Dall'UE i nuovi metodi di valutazione del rumore
L'obiettivo è quello di ridurre l’inquinamento acustico e salvaguardare la salute dei cittadini europei attraverso standard di esposizione comuni e, pertanto, comparabili fra loro.
I nuovi criteri - realizzati sulla base delle indicazioni previste dall’articolo 6.2 della Direttiva sui rumori ambientali adottata nel 2002 e noti come Common NOise aSSessment methOdS (CNOSSOS-EU) - sono stati elaborati dal Centro di ricerca interno alla Commissione, in collaborazione con esperti nominati dagli Stati membri, con l'Agenzia europea dell'ambiente, l'Agenzia europea per la sicurezza aerea e l'Organizzazione Mondiale della Sanità.
I nuovi metodi di valutazione Cnossos-UE contribuiranno ad accrescere la qualità delle mappe acustiche strategiche mediante l'ottenimento di dati coerenti e comparabili sui livelli di rumore a cui sono esposti gli europei e per una stima affidabile del carico di malattia associata.
La loro adozione è prevista in occasione della prossima mappatura acustica strategica che avverrà nel 2017. Coinonostante, già dal 2013 la Commissione lavorerà per una metodologia comune per la valutazione del rumore ambientale, al fine di ottenere dati comparabili nel settore trasporti: in tal modo sarà possibile monitorare anche gli effetti sulla salute derivanti dalle esposizioni nocive alle emissioni sonore.
Tale metodologia completerà il quadro di riferimento per la prevenzione dal rischio da rumore ambientale inaugurato dalla direttiva in materia del 2002, che impone agli Stati membri di determinare l'esposizione mediante una mappatura acustica strategica e mirati piani di azione nazionale. Fu proprio dalla mappatura acustica del 2007 che emerse la necessità di metodi di valutazione comuni e standardizzati per l’uniformità delle rilevazioni.
Si evidenzia che i costi sociali del rumore del traffico ferroviario e stradale in tutta l'Unione europea sono stati recentemente stimati proprio dalla Commissione in € 40 miliardi di euro l'anno, pari al 0,35% del PIL dell'UE. Secondo il “Libro bianco sui trasporti”, se non saranno prese misure contenitive, tali costi sono destinati ad aumentare drasticamente, superando i 20 miliardi all’anno a partire dal 2050.