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Briciole di pane

E' in corso la "Settimana mondiale della sicurezza stradale"

Promossa dall'Onu, è finalizzata a sostenere iniziative a tutela dei più giovani

Roma, 5 maggio 2015 - È in corso la “Settimana mondiale della sicurezza stradale”. Promossa dalle Nazioni Unite, è finalizzata a sostenere azioni di prevenzione per cercare di ridurre gli incidenti che vedono coinvolti i giovani. Le stime dell'Onu, in tal senso, sono preoccupanti: ogni giorno, sulle strade del mondo, muoiono 500 bambini e adolescenti con meno di 18 anni.

 

Nel nostro Paese, nel 2013, sono deceduti una media di oltre 2 bambini a settimana. "La mortalità infantile e giovanile sulle strade è un dramma nel dramma - ha dichiarato Umberto Guidoni, Segretario Generale della Fondazione ANIA per la Sicurezza stradale - anche perché i bambini sono vittime di comportamenti superficiali, distratti e scorretti assunti dagli adulti quando sono al volante. Per questo noi li consideriamo all’interno della categoria degli utenti deboli o vulnerabili della strada. E’ bene ricordare che l’incuria dei genitori che non usano i seggiolini o le cinture di sicurezza posteriori è una delle principali cause di morte dei minori sulle strade".

Ha poi sottolineato che "l’utilizzo corretto" dei seggiolini e dei sistemi di ritenuta potrebbe ridurre del 70% le possibilità di conseguenze gravi in caso di incidente. "Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte per i giovani e i giovanissimi - ha rilevato Guidoni - ed è paradossale che un Paese come il nostro, che sta invecchiando, continui a perdere ogni anno sulle strade il proprio capitale umano. Guardando agli adolescenti, i morti sono imputabili anche all’utilizzo di ciclomotori e motocicli. Tra i 14 e i 17 anni, molte volte si paga la scarsa esperienza di guida e la non conoscenza delle norme".

 

Questa lodevole iniziativa delle Nazioni Unite può, sicuramente, sensibilizzare ulteriormente chi è al volante a comportamenti di guida responsabili e a prestare maggiore attenzione alle misure di sicurezza da adottare per limitare al massimo il fenomeno dell'incidentalità. Interessante, oltre al dato statistico, l’aspetto “comunicativo” della campagna lanciata dalle Nazioni Unite.

Basata sulla raccolta di opinioni dei bambini di tutto il mondo, e conseguente stesura di una vera e propria “Dichiarazione” rivolta ai leader dei rispettivi Stati. “Voi, i nostri leader, dovete ascoltare ed agire. Noi siamo bambini. In futuro potremo forse farci sentire in prima persona, ma in questo momento tocca a voi aiutarci”, si legge all’inizio della Dichiarazione, nella traduzione italiana (vedi il sito: link ). Seguono svariate richieste: veicoli sicuri, scuolabus sempre con cinture di sicurezza, controlli di polizia più severi contro chi supera i limiti di velocità o si mette al volante dopo aver bevuto.

Alla fine, i bambini chiedono “a voi, leader mondiali, di includere azioni contro la mortalità stradale all’interno dei nuovi obiettivi per lo sviluppo globale (…). Tutti noi meritiamo un viaggio sicuro per andare e tornare da scuola. Le strade devono essere rese sicure per permettere ai bambini di camminare fino a scuola. Vogliamo marciapiedi e piste ciclabili sicure, vogliamo dossi per rallentare il traffico e vogliamo attraversamenti stradali sicuri...”.

Al primo posto, insomma, si trovano richieste precise e concrete. Infrastrutturali, verrebbe da dire. Per le quali, almeno in Italia, il “leader” coincide con una ben precisa amministrazione pubblica: l’Ente proprietario della strada.

Carlo Sgandurra