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Briciole di pane

ECall, verso l'approvazione definitiva della direttiva ad aprile

La commissione Trasporti del Parlamento Ue ha detto sì al testo che rende il sistema obbligatorio

Bruxelles, 18 marzo 2015 - Un altro passo avanti verso l'approvazione definitiva della direttiva sull'installazione nei nuovi veicoli dell'eCall, il sistema per chiamare automaticamente i servizi di emergenza in caso di incidente. Dopo il via libera degli Stati membri dello scorso 4 marzo (leggi l'articolo) ora arriva anche quello della commissione Trasporti del parlamento europeo.
 

Un voto accolto “con grande favore” dalla relatrice per l'Aula, la socialista Ceca, Olga Sehnalová, secondo cui il voto in commissione “apre la strada all'approvazione dell'Aula nel suo intero”, con la votazione prevista nella Plenaria di aprile. Una approvazione secondo Sehnalová permetterà “a tutti i cittadini di godere di maggiore sicurezza sulle strade europee”.
 

A partire dal 31 marzo 2018 i costruttori di automobili dovranno attrezzare tutti i nuovi modelli con una tecnologia di bordo che comunichi con il servizio interoperabile eCall basato sul 112 e in grado di inviare automaticamente un segnale di soccorso in caso di incidente grave. Poiché alcuni produttori stanno già offrendo servizi analoghi i proprietari dei veicoli potranno anche accedere a questi servizi, purché i due sistemi non entrino in contraddizione. Per proteggere la privacy dei cittadini si è stabilito però che la chiamata automatica fornirà solo informazioni minime di base come la classe del veicolo, il tipo di combustibile usato, il momento ed il luogo esatto in cui è avvenuto l’incidente, in modo da facilitare i soccorsi, ma niente più.


Come spesso accade per le direttive europee questa è stata il frutto di una lunga trattativa. Un primo testo era già stato approvato dall'Aula nel febbraio del 2014 e indicava l'ottobre 2015 come termine ultimo per installare i dispositivi “eCall”, seppur concedendo flessibilità sulla data (leggi l'articolo). Ma su insistenza degli Stati membri questo termine nel dibattito in seconda lettura è stato posticipato di quasi 3 anni.


Regole separate, e già entrate in vigore, obbligano poi gli Stati membri dell'Ue a garantire che le necessarie infrastrutture vengano messe in piedi entro il primo ottobre 2017.
 

Lorenzo Robustelli