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Briciole di pane

Esami per la patente, occhi puntati sugli esaminatori

Obblighi di formazione continua per i funzionari abilitati: chi non frequenta i corsi, non può fare l'esaminatore

Roma, 12 aprile 2017 - Quando viene esercitato, qualsiasi tipo di potere - politico o amministrativo, piccolo o grande, globale o microscopico - fa sorgere, invariabilmente, la domanda clou: chi controlla i controllori?

In quel di Via Caraci, sede romana della Direzione Generale per la Motorizzazione (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti), la stessa domanda viene riproposta con una particolare declinazione: chi forma gli esaminatori?

Battute a parte, il recente Decreto sulla “obbligatorietà dei corsi di formazione periodica” per funzionari esaminatori in materia di patenti di guida, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 1° aprile 2017, ha anche un significato, sia pur indiretto, di sicurezza stradale. Si inserisce, infatti, in una strategia complessiva del MIT volta a rendere l’esame, per quanto possibile, obiettivo e “depurato” da prassi locali o da parvenze di valutazioni soggettive. Come sempre, uniformità fa rima con prevedibilità (dei comportamenti) e quindi con incolumità. Per contro, immaginare che l’esito dell’esame di guida possa dipendere anche dalla mentalità dell’esaminatore – o dalle zone geografiche –una certa inquietudine la crea.

Il Decreto, a sua volta attuativo della normativa nazionale di recepimento delle direttive europee sulla patente di guida, prevede, per i funzionari esaminatori abilitati, l’obbligo di frequenza di un corso di formazione annuale organizzato dal Dipartimento per i trasporti, la navigazione, gli affari generali ed il personale. Qualora un funzionario sia impossibilitato a frequentare il corso, potrà essere ammesso a svolgere gli esami solo previa frequenza del primo corso utile, ove non sussistano altri impedimenti. La mancata partecipazione ai corsi, in assenza di giustificato motivo, è fonte di responsabilità disciplinare.

Davide Fornaro