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Briciole di pane

Fast and Furious, il Coronavirus non ferma le corse clandestine

Le gare di velocità sono un fenomeno preoccupante che interessa tutti i Paesi

Fast and Furious a Berlino e non solo. Perché, nonostante l’emergenza sanitaria, c'è chi organizza gare clandestine d’auto o di moto in città. Sfide assurde tra incoscienti che, non di rado, comportano gravi conseguenze a chi vi partecipa o agli spettatori.
 
Il Dipartimento di Giustizia del Senato di Berlino ne ha, ultimamente, rilevato l’aumento, precisando che quanti se ne rendono responsabili sono, per lo più, di sesso maschile e di età compresa tra i venti e i trenta anni. “Dobbiamo fare sentire a queste  persone tutta la pressione giudiziaria del caso”, ha sottolineato il senatore Dirk Behrendt. “Un concetto deve essere chiaro - ha precisato -, mettersi a correre in città a 150 chilometri all’ora è come mettersi a sparare con un fucile. In entrambi i casi, si mettono a rischio la vita e la salute di altre persone”.  Si tratta di un fenomeno preoccupante, presente ovunque. Basta farsi un "giretto" su Internet per vedere quanti video riprendono la follia stradale che caratterizza questi eventi.
 
Il sindaco di Atlanta, in Georgia, Keisha Lance Bottoms, vuole porvi fine attraverso la loro legalizzazione. Ipotizza, infatti, di riservare agli “appassionati” del genere aree dedicate. Delle “street racing”, insomma. In tal modo, sostiene, non si metterebbe più a repentaglio la sicurezza dei cittadini. Ovviamente, non mancano i pareri contrari alla proposta.
 
Il nostro Codice della Strada (artt. 9 e 9 bis) punisce chiunque organizzi, diriga, promuova, agevoli o partecipi a una competizione sportiva di velocità con veicoli a motore, non autorizzata, con la reclusione da uno a tre anni e una multa da 25.000 a 100.000 euro. Prevista la sospensione della patente da uno a tre anni.  Se dallo svolgimento della competizione deriva  la morte di una o più persone si applica la pena della reclusione da sei a dodici anni; se ne deriva una lesione personale la pena è della reclusione da tre a sei anni. Chi vi prende parte in maniera differente, magari effettuando scommesse sulla gara, rischia la reclusione da tre mesi a un anno e una multa da 5.000 a 25.000 euro. I veicoli utilizzati sono confiscati, a meno che appartengano a una persona estranea al fatto, che li ha affidati a terzi senza conoscere lo scopo. Fatto che, evidentemente, dovrà essere dimostrato. Se si verifica la morte di un soggetto, la pena di reclusione aumenta da sei a dieci anni, per lesioni personali da due a cinque anni. Come si vede, il quadro sanzionatorio è opportunamente severo.
 
 
Una riflessione e un approfondimento a parte meritano pure i “messaggi” veicolati da film, mass-media e giochi virtuali nei quali si propongono immagini e storie improntate sulla velocità dei veicoli. Modelli sociali che tracimano di appeal: bolidi costosi e potenti, donne affascinanti, stili di vita seducenti. La realtà è cosa diversa, come ci rammentano le statistiche annuali sull’incidentalità. Sulla strada, non dimentichiamolo mai,  l’esempio vincente da emulare è quello del conducente prudente e dotato di buonsenso.

Carlo Argeni