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Briciole di pane

Grandi opere: nei prossimi dieci anni la corruzione ci costerà 93 miliardi in più

Il malaffare pesa per il 6% del PIL

Roma, 9 luglio 2012 - Nei prossimi dieci anni la corruzione ci costerà per la realizzazione delle infrastrutture in Italia, ben oltre 93 miliardi di euro in più. E’ questo il grido di allarme lanciato dalla CGIA di Mestre che – sulla base delle stime e delle denuncie sollevate gli scorsi giorni dal procuratore generale della Corte dei Conti, Salvatore Nottola - farebbero lievitare i costi delle grandi opere pubbliche del 40%.

Il programma delle infrastrutture strategiche 2013-2015, redatto dal Governo Monti qualche mese fa, prevede un spesa complessiva di investimenti per 233,9 miliardi. Se si dovesse avverare la previsione della CGIA di Mestre, la corruzione costerebbe al sistema Paese quasi 6 punti di Pil, con un costo aggiuntivo per ciascun cittadino italiano di 1.543 euro. "Generalizzare e' sempre sbagliato – ha spiegato il segretario della CGIA di Mestre, Giuseppe Bortolussi - tuttavia molte inchieste giudiziarie hanno messo in luce che le infiltrazioni malavitose negli appalti e nella realizzazione delle grandi opere pubbliche del Paese hanno fatto lievitare i costi in maniera ingiustificata". "Cio' – ha proseguito -ha dato luogo ha forti distorsioni del mercato, minando le più elementari norme di democrazia economica. Tuttavia – ha concluso - la corruzione e' una piaga sociale ed economica che non riguarda solo l'Italia”.

Secondo un'indagine realizzata nel settembre 2011 da Eurobarometro in tutti i 27 Paesi che costituiscono l'Ue, il 74% degli europei ha dichiarato che la corruzione e' un grave problema, mentre il 47% ha sostenuto che il livello di corruzione del proprio Paese e' aumentato negli ultimi 3 anni. Rimane un fatto che – come dimostrato da un'indagine condotta nel 2008 dall'Autorita' per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture (Avcp) - in Italia i costi medi per un chilometro di autostrada sono più che doppi rispetto alla Spagna; mentre un chilometro di rete ferroviaria costa il triplo di quanto si spende in Francia o in Spagna.

"Certo – è la conclusione di Bortolussi - questi sovra costi sono in parte riconducibili a modalita' di affidamento, prescrizioni ambientali e caratteristiche orografiche del nostro territorio che non si riscontrano negli altri Paesi. Tuttavia, un dubbio rimane: perche' spendiamo molto di piu' degli altri ?".

Giacomo Kahn