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Briciole di pane

I motociclisti italiani sono i più prudenti d'Europa. Ma, per la sicurezza, non basta

I gestori dell'infrastruttura devono essere messi in condizione di garantire una viabilità "a misura di centauro"

Roma, 26 novembre 2013 - Due ruote, che passione. Ma, spesso, moto e motorini, con gli annessi scooteroni, sono ritenuti pericolosi e i loro conducenti poco inclini al rispetto del Codice della Strada. Lo Studio Incidenti Moto (St.I.Mo.), promosso dalla compagnia assicuratrice 24h Assistance, ci fornisce, invece, una chiave di lettura diversa dagli stereotipi interessanti la categoria.

I motociclisti del Belpaese sono tra i più attenti d’Europa. Si pensi, tanto per sottolinearne una, che il 100% degli incidenti sono avvenuti con il motociclista che, correttamente, indossava il casco. Altri dati che si evincono dallo studio: un 23% degli assicurati ha effettuato un incidente a causa di un sorpasso sulla destra; il 31% ha avuto una collisione con un’auto che usciva da un parcheggio; l’8% dei sinistri è stato causato da uno scontro tra moto.

L’alta velocità e sorpassi “a rischio”, specie nei centri abitati, concorrono a determinare incidenti che, probabilmente, il più delle volte, si sarebbero potuti evitare. Pure le condizioni delle vie di comunicazione, ovviamente, sono una concausa degli incidenti (senza però dimenticare che l’80% degli incidenti stradali è causato da errati comportamenti umani). Il che chiama in causa, e responsabilizza, gli Enti proprietari delle strade.

Pavimentazioni in perfetto stato di efficienza, vernice antisdrucciolo, graduale eliminazione degli spartitraffico. Sono soltanto alcune delle precauzioni funzionali a una viabilità più tranquilla. Assieme all’installazione di guard-rail in grado di ridurre il danno da impatto dei motociclisti. Argomento, questo, estremamente importante. Fatto oggetto, da parte delle associazioni di centauri, di meritorie campagne di sensibilizzazione.

 E’, certo, il segno di un’evoluzione nel costume e nel sentire sociale. Trenta o quarant’anni fa, nessuno, a fronte di un incidente mortale, avrebbe parlato di “guard rail assassini”. Tutto sarebbe rimasto confinato sotto la risolutiva etichetta della “fatalità”. Oggi, invece, è mutata la percezione del fenomeno. E, anche, la normativa tecnica sulle barriere tende ad adattarsi.

Quello che, probabilmente, ancora difetta è la parallela diffusione di una piena consapevolezza sul ruolo, sempre più impegnativo, rivestito dagli Enti proprietari di strade. O, se si preferisce, stenta a radicarsi la convinzione che il taglio ai fondi della manutenzione stradale non sia affatto un risparmio ma un attentato alla pubblica incolumità.

Per limitare il discorso al gestore nazionale, l'Anas ha, correttamente, riconosciuto, ad esempio, che gli interventi di adeguamento delle barriere di sicurezza concorrono a definire il fabbisogno manutentivo nell’ambito della programmazione della manutenzione straordinaria. Ma, come si può leggere nel Bilancio Integrato Anas 2012, proprio relativamente alla manutenzione straordinaria si evidenzia un generale decremento dell’attività 2012 rispetto al 2011.

Tale situazione è da imputarsi al ritardo nell’erogazione dei fondi per il Contratto di programma 2011 e alla mancata erogazione dei fondi per il Contratto di programma 2012. In particolare, il documento contabile indica, rispetto ai risultati dell’anno precedente, un forte calo negli importi relativi ai bandi di gara pubblicati, pari al 31%; un decremento del numero di lavori consegnati, pari al 14%; un calo del numero di lavori ultimati, pari al 20%.

Carlo Sgandurra