Il Sistema Ulisse
Giustini: "Far utilizzare le cinture di sicurezza è una battaglia ancora da vincere"

Roma, 30 marzo 2012 - La parola sicurezza è diventata con gli anni una priorità. Ma fino a pochi anni fa usare il casco, mettere la cintura non era una priorità, nemmeno per i nostri decreti di legge. L’abuso di alcol, di sostanze stupefacenti, l’eccesso di velocità, la semplice distrazione conta annualmente un numero di morti dovuto ad incidenti stradali, la prima causa di morte nelle persone al di sotto dei 40 anni. Vite che in una buona percentuale si possono salvare mettendo sulla testa un semplice casco su un veicolo a due ruote e indossando una cintura in auto. Il Sistema Ulisse nacque nel 2000 come rete di monitoraggio sviluppata per ottenere indicazioni sul reale utilizzo di questi sistemi di sicurezza preventivi per la viabilità.
Il sistema è nato dalla collaborazione fra Istituto Superiore di Sanità e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. I punti cardine sul quale si fonda “l’assioma” del Sistema Ulisse sono fondamentalmente tre: quantificare e confrontare a livello nazionale, regionale e locale l’utilizzo in percentuale dei sistemi di sicurezza (principalmente casco e cinture di sicurezza), valutarne l’efficacia separando i valori delle azioni globali (leggi, decreti, campagne pubblicitarie, etc.) da quelle locali (controlli e formazione). Il Sistema si pone l’obiettivo di confrontare le variazioni intercorse sui territori con tutti questi fattori.
Dai dati riscontrati dal Sistema Ulisse si nota come in Italia il fattore di percentuale di utilizzo dei sistemi di sicurezza vari di regione in regione toccando percentuali sempre più negative man mano che si va a toccare il meridione. Ed è così che il casco viene utilizzato quasi al 100% nelle regioni Settentrionali, oltre il 90% nel Centro e in Sardegna, oltre l’80% Sicilia, Calabria e Basilicata. Fanalino di coda Puglia, Abruzzo e Campania rispettivamente con 77,5, 73,9 e 73%. È anche vero che la percentuale media italiana è passata dal 79,6% del 2000 al 92,4% del 2011, dato che sta a testimoniare come l’inasprimento dei codici, le campagne pubblicitarie e controlli più serrati siano serviti ad aumentarne l’utilizzo.
Ma se il casco era già largamente utilizzato anche precedentemente alle nuove norme del codice della strada per una consapevolezza auto-acquisita a causa dell’evidente e maggiore rischio che si corre sulle due ruote, per l’utilizzo della cintura di sicurezza le cose sono leggermente differenti. Dai dati osserviamo come il suo utilizzo fino una decina di anni sia stato quasi del tutto opzionale per il cittadino, in particolare nei territori comunali e nelle strade urbane; infatti fra il 2000 e il 2002 la percentuale di coloro che viaggiavano con la cintura allacciata era di 29,4 (nella maggior parte dei casi le registrazioni del dato erano dovute all’utilizzo nelle aree extraurbane), passata ad una media del 70,7 con l’introduzione della patente a punti e i controlli molto più capillari. Un successo che sta rallentando considerato che la percentuale attuale è del 63,8.
Durante l’incontro tenutosi giovedì 29 marzo presso la sala Emiciclo del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a Roma su “Il sistema Ulisse – Osservatorio nazionale sull’uso dei dispositivi di sicurezza in Italia Marco Giustini, responsabile del Sistema, ha spiegato al pubblico il significato e l’importanza dell’analizzare i dati secondo le caratteristiche proposte dal loro “sistema” e ha ribadito come “l’uso delle cinture di sicurezza, grazie al nostro studio, abbiano fatto dei notevoli passi avanti partendo da una media molto bassa ed elevandosi nettamente in pochissimi anni, specialmente al nord e poco meno al centro. Il sud, invece presenta una situazione con percentuali molto decisamente basse, prima in Molise e Campania vi era un uso inferiore al 10%, ora si è passati intorno al 50, ma c’è ancora molto da fare. È questa la sfida che noi tutti dobbiamo raccogliere e che ci può far progredire verso quegli obiettivi che l’Unione Europea ci ha caldamente suggerito. Far utilizzare le cinture di sicurezza è una battaglia ancora da vincere ed è a costo zero perché le cinture le abbiamo tutti nelle nostre auto.”
Quel che resta evidente è che la sicurezza stradale rimane un fattore che necessariamente deve migliorare e il modo più economico, sicuro, in un’era anche di recessione, è puntare sulla prevenzione. Giustini ha continuato il suo intervento raccontando di quelli che potrebbero essere le nuove battaglie del Sistema Ulisse già realizzabili: l’utilizzo del seggiolino per i bambini, l’uso manuale del cellulare, delle luci su strade extraurbane, delle cinture posteriori e ultimo in ordine di tempo i paraschiena per i motociclisti. Tutti dispositivi già obbligatori e in vigore, ma non ancora del tutto acquisiti nella consapevolezza del cittadino.