Incidentalità stradale, numeri e percentuali per comprendere il fenomeno
La raccolta dei dati inizia nel 1934. A cura del Reale Automobile Club d'Italia

Roma, 11 febbraio 2013 - I dati sull’incidentalità stradale rappresentano un elemento conoscitivo basilare per comprendere, nella sua interezza, il fenomeno e per approntare misure adeguate all’auspicata riduzione dei sinistri. E’ l’Istat (l’Istituto nazionale di statistica) che li rileva, con cadenza mensile. “L'unità di rilevazione è il singolo incidente stradale - si legge sul sito dell’Istituto -. La rilevazione è riferita al momento in cui l'incidente si è verificato. È con riguardo a tale momento, quindi, che di ciascuna unità vengono considerati i caratteri e le modalità, le cause o le circostanze determinanti, le conseguenze per le persone e per le cose”. Poi, ovviamente, ci sono da indicare le variabili: condizioni meteo, segnaletica, fondo stradale, organo che esegue la rilevazione, specificazione dei veicoli coinvolti, ecc..
“La rilevazione - si legge sempre sul sito - è il frutto di un'azione congiunta e complessa tra una molteplicità di Enti: l'Istat, l'Aci, il Ministero dell'interno, la Polizia Stradale, i Carabinieri, la Polizia provinciale, la Polizia locale, gli Uffici di statistica dei comuni capoluogo di provincia e gli Uffici di statistica di alcune province che hanno sottoscritto una convenzione con l'Istat finalizzata alla raccolta, al controllo, alla registrazione su supporto informatico e al successivo invio all'Istituto dei dati informatizzati”.
Il monitoraggio avviene tramite la compilazione di un apposito modello e rientra tra quelli compresi nel Programma statistico nazionale. La rilevazione degli incidenti stradali è iniziata il 1° gennaio 1934, a cura del Raci (Reale Automobile Club d’Italia). Fu interrotta nel 1942, a causa degli eventi bellici. Nel 1948, un’apposita Commissione di studio, costituita presso l’Istituto nazionale di statistica, riprese in esame le statistiche relative ai sinistri allo scopo di avviare una nuova rilevazione, che ebbe inizio nel 1949. Da allora, l’informazione statistica sull’incidentalità è seguita dall’Istat, con la compartecipazione dell’Aci. Il campo di osservazione è costituito dall’insieme degli incidenti, verbalizzati da un’autorità di polizia, verificatisi sul territorio nazionale nell’arco di un anno solare, che hanno causato lesioni alle persone (deceduti entro i 30 giorni o feriti).
L’indagine è stata più volte ristrutturata. Nel 1991 l’Istituto ha provveduto a uniformare il concetto d’incidente stradale alle definizioni internazionali, interrompendo la registrazione di quelli che non comportano danni alle persone. L’Istat, nel mese di novembre dell’anno scorso, ha deciso di istituire un Gruppo di lavoro dedicato a riesaminare il sistema di raccolta dei dati e a predisporre un nuovo modello di rilevazione che consenta al Paese di sapere, anche, quanti siano gli eventi infortunistici determinati da cause finora sottostimate, come la guida sotto effetto di alcol o di sostanze stupefacenti. Il tema è di prioritaria importanza per gli Enti proprietari delle strade e sarà oggetto, in seguito, di approfondimento circa la necessità del loro coinvolgimento su aspetti peculiari attinenti al rapporto con l’utenza.