Incidenti marittimi commerciali, trend incoraggiante
Parlano i super-esperti della Allianz: il 2015 miglior anno dell'ultimo decennio

Roma, 30 marzo 2016 – Una buona notizia per il trasporto marittimo mondiale arriva dal rapporto “Safety and Shipping Review 2016” di Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS), centro specialistico del colosso assicurativo tedesco: gente che gli incidenti li conosce bene, e li sa catalogare. Sembra proprio che il 2015 sia stato l’anno più sicuro dell’ultimo decennio. Le perdite integrali della nave si sono fermate a quota 85, con un calo del 3% rispetto al 2014 (quando furono 88) e del 45% rispetto al 2006 (ben 154). Il rapporto, va precisato, non prende in esame le perdite inferiori a 100 tonnellate di stazza lorda.
Assai disomogenea la distribuzione nelle regioni marittime; quella di Cina meridionale, Indocina, Indonesia e Filippine si è rivelata la peggiore, con più di un quarto di tutte le perdite (22) e un incremento rispetto all’anno precedente.
Nel complesso, la causa preponderante di perdite totali è stata il naufragio (affondamento), spesso determinato dal cattivo tempo. Al riguardo, la sempre maggior frequenza di eventi meteo eccezionali genera, in prospettiva, non poca apprensione (è dovuto all’uragano Joaquin uno dei più gravi disastri marittimi commerciali della recente storia USA, quello della portacontainer El Faro dello scorso ottobre).
Dati relativamente buoni anche per quanto concerne gli incidenti marittimi, che a livello mondiale nel 2015 sono stati 2.687: un calo del 4% rispetto all’anno precedente. In questo caso le acque più pericolose sono risultate quelle del Mediterraneo orientale e Mar Nero, con 484 episodi.
A che cosa sono dovuti miglioramenti così sensibili nell’arco di un decennio? Gli esperti di AGCS si dicono convinti che il merito vada attribuito alle superiori condizioni di sicurezza e a una più solida autoregolamentazione. Ma esortano anche a non adagiarsi troppo sugli allori. Il protrarsi di deboli condizioni economiche e di mercato potrebbe spingere gli operatori, e di fatto già li spinge, a contenere drasticamente i costi: allungando al massimo gli intervalli dei tempi di manutenzione, o comprimendo la formazione/addestramento degli equipaggi, peraltro ridotti al minimo. Preoccupano anche, come si diceva, gli eventi meteo sempre più abnormi, nonché i profili di sicurezza informatica (vista la crescente importanza della navigazione elettronica).