Flash news Infrastrutture:
 
 

Briciole di pane

Incidenti stradali, 5 milioni di persone da salvare entro il 2020

E' l'obiettivo che si è dato l'Organizzazione Mondiale della Sanità

Roma, 22 ottobre 2013 - La sicurezza stradale sempre in primo piano. E non potrebbe essere altrimenti visto che, tanto per dirne una, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato, due anni fa, una campagna sulla Sicurezza della Strada, che si concluderà nel 2020, con lo scopo di cercare di ridurre il numero delle vittime che si contano sulle strade nel mondo.

Siamo, attualmente, a 1.200.000 decessi all’anno. Il 47% dei quali si registra nella categoria dei cosiddetti “utenti deboli”: pedoni, ciclisti, motociclisti. Francesco Mitis, che cura la campagna mondiale dell’OMS per quanto riguarda l’Europa, in un’intervista, ha evidenziato che: “Con questo trend i decessi diventerebbero almeno due milioni nel 2020. Noi vogliamo ridurre questo numero e salvare almeno cinque milioni di vite entro il 2020. Lavoreremo sulle infrastrutture, cioè strade e trasporti, sui veicoli e la loro sicurezza attiva e passiva, sui sistemi sanitari che devono migliorare e sul comportamento dei singoli: cioè leggi, controlli e rispetto delle regole”.

Le percentuali d’incidentalità che si riconducono, in massima parte, ai comportamenti dei conducenti non esimono, tuttavia, gli Enti proprietari delle infrastrutture (quelle stradali, per quanto ci riguarda) dall’impegno di una sempre più adeguata e qualifica manutenzione delle stesse, in relazione anche alla tipologia di utenza monitorata attraverso un presidio sempre più efficace delle arterie di competenza. L’Anas ne è, in tal senso, testimonianza ed esempio.

In Europa si registrano 35 mila morti e 1,7 milioni di feriti ogni anno. Secondo le previsioni dell’OMS, come dicevamo, si tratta di cifre destinate ad aumentare se non saranno attuate opportune azioni di contrasto. Le percentuali evidenziano, tra l’altro, che nell’80% dei casi la causa dei sinistri è riconducibile agli automobilisti. La sonnolenza, ad esempio, è una delle concause più ricorrenti (siamo a quota 22%).

A fronte di questa emergenza sociale, l’Unione Europea e la “Società europea di ricerca sul sonno” hanno, di recente, organizzato il tour internazionale denominato “Wake Up Bus”. La finalità era quella di sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi determinati dalla stanchezza mentre si è al volante. Il tour, partito il 3 ottobre da Oporto, in Portogallo, ha toccato varie importanti città tra cui, per l’Italia, Milano.

Da non dimenticare, poi, le altre brutte abitudini che rendono più rischiosa la percorrenza delle strade. Quelle più note, lo rammentiamo, sono il parlare con il cellulare senza utilizzare dispositivi vivavoce, inviare sms, armeggiare con il tablet ecc.. Sono attimi di disattenzione che possono avere gravi conseguenze. Perché la distrazione riduce di moltissimo i tempi di reazione a fronte di una situazione di pericolo. Con tutto quello che, di negativo, ne consegue.

Carlo Sgandurra