Incidenti stradali. Lo "Sportello Diritti" chiede semafori intelligenti
L'informatica sempre più protagonista nell'azione di contrasto degli incidenti
Roma, 12 maggio 2014 - Che gli incidenti dipendano da molte cause e concause è cosa nota. Come è cosa nota che, a livello globale, i singoli Paesi stiano studiando correttivi per contrastare il verificarsi dei sinistri. Di recente, in Italia, l’Istat ha evidenziato che nella casistica degli incidenti rientra anche la cattiva sincronizzazione dei semafori. Da qui, consequenziale, la richiesta di miglioramento della sincronizzazione degli impianti che regolano il traffico negli incroci. Di quelli che, si rileva, sono programmati con la stessa alternanza delle fasi “verde”, “giallo” e “rosso”.
Un intervento semplice, in fondo. Che eleverebbe, e non di poco, lo standard della sicurezza stradale. Interventi, comunque, che presuppongono pure la disponibilità e la possibilità economica di sostituire quegli impianti, ormai vetusti, presenti nelle arterie cittadine. Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha sottolineato che questi provvedimenti permetteranno di ridurre le potenziali situazioni di pericolosa conflittualità fra gli autoveicoli in transito, consentendo una gestione più fluida della circolazione. Si potranno, infatti, regolare sulla base dell’intensità del numero dei veicoli presenti in strada. D’altronde, già l’art. 169 del Regolamento di Esecuzione e Attuazione del Codice della Strada statuisce, al comma 4, che: “L’impianto semaforico deve essere dotato di dispositivi che non consentano la contemporaneità di segnali in contrasto fra loro…”. La contemporaneità, infatti, aumenta il pericolo incidenti, rallentamenti alla circolazione, se non, addirittura, ingorghi. Si punta, quindi, a una mobilità intelligente. Smart per dirla con un termine alla moda.
Sempre per rimanere in tema, uno studio americano, di recente, ha evidenziato la vulnerabilità del sistema che invia i dati dai sensori alle centraline del traffico. Cesar Cerrudo, esperto di cyber-security e a capo dell’agenzia IOActive, ha analizzato il livello di affidabilità delle infrastrutture cittadine che regolano la vita urbana nelle più grandi metropoli del pianeta. Il risultato è, semplificando, che semafori, display per i pedoni e altri sistemi di controllo, sono (spesso) violabili dagli hacker. O, peggio ancora, da delinquenti intenzionati a creare del caos per mettere a segno azioni criminose.
“Le vulnerabilità che ho scoperto - ha precisato Cerrudo - permettono di prendere il controllo del traffico e inviare dati fasulli o messaggi fuorvianti attraverso gli schermi presenti sulle strade. Bastano cento dollari per sviluppare il proprio kit e creare un bel pasticcio”.