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Briciole di pane

La crisi delle costruzioni e le proposte di riqualificazione urbana

Roma, 19 aprile 2012 - Secondo i dati diffusi dall’ISTAT il 18 aprile il settore delle costruzioni in Italia a febbraio 2012 ha subito un crollo del 20,3% rispetto allo stesso periodo del 2011. Si tratta del dato peggiore dal gennaio 2009  quando il settore registrò una caduta del 23,3%. Nella media dei primi due mesi dell’anno la produzione è diminuita del 14,2%. Il settore delle costruzioni è tra i più colpiti dalla crisi. L’associazione dei costruttori (ANCE) denuncia un calo degli investimenti negli ultimi 5 anni del 24,1% , con un balzo indietro al livelli degli anni 90. Meno 40,4% nell’edilizia residenziale, - 23,3% in quella non residenziale privata, - 37,2% nei lavori pubblici. I posti di lavoro persi in 4 anni sono 250 mila che diventano 380 mila se si tiene conto dei settori collegati (quello dei materiali e dei macchinari),  mentre le imprese (piccole e medie) che hanno chiuso sono oltre 30 mila.
L’ANCE  ha presentato un piano articolato per le città basato sull’idea che : “la competitività e la vivibilità di un territorio non dipendono solo dalle grandi reti di trasporto, ma dalla capacità delle aree urbane di attrarre attività economiche e di offrire le migliori condizioni di vita per i cittadini”.
Il presidente dell’ANCE  Paolo Buzzetti ha detto che il piano -  che è stato presentato in un Convegno a Roma il 3 aprile, a cui era presente il Ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera – deve coinvolgere istituzioni, investitori, imprese, ordini professionali e la società civile per interventi di manutenzione del patrimonio edilizio e delle infrastrutture stradali e dei trasporti, riqualificazione delle periferie, risparmi energetico. “La stagione di invertire la rotta  e dare un nuovo volto alle nostre città è quindi arrivata e i presupposti per farlo ci sono anche da un punto di vista normativo”, annunciando per maggio un altro incontro a Milano.
Il Ministro Passera, commentando il progetto l’ha definito una “superidea” che merita di essere presa in considerazione, mentre il vice ministro alle Infrastrutture Mario Ciaccia ha annunciato un progetto-pilota da realizzare in tre città italiane per verificarne la fattibilità e l’efficacia. 
Il   piano, in estrema sintesi,   prevede:  
a)     “ modelli gestionali e decisionali più flessibili” per la pianificazione del territorio che abbandoni  “la rigidità e la prescrittività vincolante” che finora hanno presieduto   al governo del   territorio.  “La riqualificazione non potrà avvenire attraverso l’uso degli strumenti ordinari ma dovrà basarsi sulla ricerca di processi in cui l’incontro tra interesse pubblico e privato siano equamente  bilanciati”. In questo senso l’individuazione di aree /immobili su cui intervenire dovrà vedere la partecipazione attiva di tutti gli operatori coinvolti  e procedere attraverso un’adeguata analisi economico/sociale per individuare operazioni che siano collocabili nel mercato.
b)  mettere la fiscalità al servizio della competitività urbana. Ciò  comporta la necessità di modificare la disciplina dell’IVA sulle cessioni e locazioni delle abitazioni; alleggerire il  “costo fiscale” d’acquisto degli immobili destinati a progetti di nuova edificazione o di riqualificazione; mantenere e rafforzare le agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie (cd. 36%); mantenere e migliorare la “detrazione” per la  riqualificazione energetica degli edifici;
c)  Prevedere un sistema di regole per la certificazione energetica degli edifici univoco a livello nazionale per creare un mercato consapevole e virtuoso.
Questo implica promuovere una campagna di comunicazione facendo crescere la sensibilità, l’interesse e la cultura del consumatore verso i comportamenti green. In questo senso il settore pubblico deve dare l’esempio, avviando un programma di riqualificazione energetica degli edifici pubblici; e le banche  devono sviluppare modelli contrattuali e finanziari innovativi per agevolare gli interventi edilizi caratterizzati dal miglior rapporto costi/benefici dal punto di vista energetico e  ambientale;
d) Le proposte per la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, contenute del Decreto “Salva Italia” che introduce la necessaria trasparenza che il mercato richiedeva, dovranno essere il volano su cui far ripartire un processo di crescita nel settore delle costruzioni non episodico ma con una vision di futuro. Il primo ambito è quello della messa in sicurezza e ammodernamento del patrimonio immobiliare scolastico, su cui gli Enti locali non devono limitarsi a piccoli e sporadici interventi, ma devono definire, attraverso una “conferenza dei servizi” gli obiettivi strategici in partenariato con il settore privato. Il secondo ambito è la realizzazione dei piani di social housing (edilizia sociale) di cui si parla da tempo, in grado di accrescere l’offerta di abitazioni in proprietà/locazione a canoni contenuti.  Infine le amministrazioni pubbliche devono poter derogare al “patto di stabilità” interno per finanziare le infrastrutture urbane, al servizio delle operazioni di riqualificazione delle città.
Si tratta, come si vede, di una proposta seria e articolata che rompe alcune rigidità che ostacolano l’innovazione  anche in questo settore e prevedono il coinvolgimento di soggetti diversi, non solo gli enti locali e le amministrazioni pubbliche che devono confrontarsi e mettersi al servizio del rinnovamento urbano,   da cui può partire un rilancio dell’industria delle costruzioni ormai vicina al tracollo.   

Giancarlo Pasquini