La cuccetta del camionista: rifugio o prigione?
Si discute sull'introduzione del divieto di riposo lungo in cabina

Opinioni non unanimi, nell’autotrasporto italiano, intorno all’idea di vietare anche per il nostro Paese il riposo lungo in cabina. C’è stato un momento, quest’estate, in cui l’introduzione di tale divieto sembrava cosa fatta; ma l’emendamento, in sede di conversione in legge del cosiddetto Decreto Mezzogiorno, non è passato e le discussioni si sono riaperte.
Parecchi Paesi europei così come l’ultimo Pacchetto Mobilità dell’UE, in effetti, hanno già stabilito o prefigurato una simile proibizione, che ha il dichiarato intento di arginare il dumping sociale. Far riposare il camionista in cabina (parliamo del riposo settimanale lungo obbligatorio, quello di 45 ore) sembra una lesione alla dignità del lavoratore impegnato in lunghi itinerari, nonché un avallo a una nozione “cattiva” di concorrenza, fondata solo e soltanto sul contenimento dei costi.
Ultimamente, tuttavia, dal dibattito nostrano sono scaturite riflessioni più sfumate. A margine di un recente convegno, i vertici di un’associazione dell’importanza di ANITA (Associazione Nazionale Imprese Trasporti Automobilistici) hanno osservato che “in molti casi una cabina di camion attrezzata secondo le esigenze di un autista potrebbe dimostrarsi più confortevole di una foresteria; d’altra parte se i vacanzieri dormono in camper, perché per l’autista non potrebbe essere possibile, visto che l’ha attrezzata come vuole?”.
Messo così, lo ammettiamo, l’argomento appare ultraspecialistico, capace di coinvolgere esclusivamente gli addetti ai lavori. Ma è una percezione distorta: tutti dovremmo essere interessati. Gli utenti della strada – grosso modo il 99% della popolazione – convivono, gomito a gomito, con il traffico pesante. Un traffico che, tra l’altro, è in aumento: gli ultimi dati dell’Osservatorio ANAS segnalano, per tale segmento, un +3% a ottobre 2017 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, con volumi massimi giornalieri registrati sulla Tangenziale di Catania, sulla Statale 434 “Transpolesana”, sul Raccordo Autostradale “A4-Padriciano” (rispettivamente: 11.868, 10.218 e 8.858 veicoli pesanti). Assicurare un riposo efficace e ristoratore ai conducenti di questo sterminato parco-mezzi è questione che, in ultima analisi, ci riguarda tutti.