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Briciole di pane

L'abbandono degli animali, un gesto di inciviltà e un reato

Il randagismo ha causato, in dieci anni, incidenti stradali che hanno coinvolto 4.000 persone

Roma, 30 luglio 2014 - E' un gesto spregevole. Da incivili. Si commenta, in negativo, da solo. Nel periodo estivo, poi, si ripresenta in tutta la sua drammaticità. Perché i cani, e non solo, continuano a essere abbandonati. Secondo delle stime di alcune associazioni animaliste, 50.000 l'anno sono quelli che si ritrovano, e non è solo un modo di dire, in mezzo a una strada.

Un atto censurato socialmente e perseguito penalmente. Che non può trovare giustificazione alcuna. Un cane lasciato al suo destino muore di stenti, finisce in un canile o travolto da qualche macchina. Sono circa 4.000 le persone coinvolte, negli ultimi dieci anni, in incidenti stradali procurati, in qualche maniera, dai randagi. Un fenomeno, quello dell'abbandono, che non accenna a diminuire.

Stando alle statistiche diffuse dall'Aidaa (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente), nel mese di giugno sono state 1.506 le segnalazioni dei Fido abbandonati nel Belpaese, a luglio 1.705. Nello stesso mese di luglio, ma dello scorso anno, se ne erano contati 805.

Il "migliore amico" dell'uomo, quindi, continua a essere tradito proprio da coloro cui riversa un affetto disinteressato. Si passa dal calore di una famiglia, dalle carezze, a una condizione di triste randagismo. E le campagne di sensibilizzazione contro l'abbandono degli animali, sempre più dirette nel messaggio, non sembrano sortire l'effetto sperato.

"Se ci abbandoni il bastardo sei tu"!, è uno dei tanti slogan coniati dai creativi della pubblicità. Riassume, in maniera esaustiva, il pensiero di moltissimi.

Carlo Sgandurra