Le città del Nord Europa paradiso per ciclisti e pedoni
Oslo e Helsinki vantano zero vittime sulla strada, grazie alla riduzione costante dei limiti di velocità, piste ciclabili continue, restrizioni sul traffico veicolare e a strade ridisegnate per i pedoni

Il senso civico e il rispetto per ciclisti e pedoni nel Nord Europa è cosa nota ma sono i dati e i numeri sulla sicurezza stradale a testimoniare come dietro questi risultati ci sia una strategia consolidata
Nel 2019 a Helsinki nessun pedone o ciclista è morto in un incidente stradale. Da quando, nel 1960, la Finlandia ha iniziato a censire il numero delle vittime degli incidenti sulle strade, c'è stato un calo costante a partire dagli anni Novanta, quando le vittime erano una trentina ogni 12 mesi. Nel 2019 ne sono state registrate tre: due motociclisti e un automobilista.
Il merito va ascritto ai provvedimenti adottati dalle amministrazioni comunali: riduzione costante del limite di velocità (30 km/h nelle aree residenziali e 40 km/h in centro), strade ridisegnate per i pedoni, più piste ciclabili e controlli sul traffico veicolare. Queste scelte hanno prodotto strade più sicure, con persone che escono di casa a piedi o in bici, riducendo l’inquinamento acustico e ambientale, con benefici per la qualità della vita e della salute.
Un altro paradiso per ciclisti e pedoni è Oslo. Nella capitale norvegese, lo scorso anno, nessuno dei 674.000 abitanti è stato travolto e ucciso. La serie storica dell’incidentalità stradale nella città di Oslo dal 1975 a oggi mostra che c’è stata una netta diminuzione a partire da 41 morti fino ad arrivare a 1 nel 2019: un automobilista è morto perché, uscito di strada, ha sbattuto contro una recinzione metallica.
Questo risultato non è un caso che sia avvenuto proprio nella capitale norvegese che, negli ultimi cinque anni, dal 2015 ha portato avanti politiche di moderazione del traffico e redistribuzione dello spazio pubblico a favore della pedonalità e della ciclabilità, sottraendolo alle auto. Qui, anno dopo anno, le varie amministrazioni comunali hanno emanato provvedimenti come la riduzione dei limiti di velocità, la limitazione degli accessi in centro, l'aumento dei pedaggi d'ingresso, l’eliminazione di oltre mille parcheggi in strada e l'aumento progressivo delle aree pedonali in tutti i quartieri.
Nel 2019 la decisione di far circolare in centro (1,5 chilometri quadrati) solo le auto dei disabili, delle forze dell'ordine, le ambulanze e, per due ore al mattino i mezzi per le consegne a domicilio. Questi divieti sono scattati dopo aver realizzato le piste ciclabili, sempre più estese e sicure, oltre a nuove linee di metro e tram che oggi costano meno per incentivare i cittadini a usare i mezzi pubblici. Non è stato certamente semplice, perché il piano di eliminazione dei parcheggi ha incontrato la protesta dei commercianti del centro che temevano una desertificazione. Invece, non è andata così: nello scorso autunno, c'è stata una crescita del 10% dei pedoni nel centro di Oslo.
La Commissione europea, per avere fra i Paesi un metro di paragone attendibile sugli incidenti, considera il numero di vittime per milione di abitanti. Sulle strade europee la Commissione rileva che nel 2018 sono morte in tutto 25.100 persone (-160 del 2017). Il 21% erano pedoni, il 17% motociclisti e ciclomotoristi, l'8% ciclisti. Se però si considerano solo gli incidenti in città, la quota di vittime e feriti gravi fra pedoni, ciclisti e motociclisti schizza al 70%. Quello con il tasso più alto è la Romania (96 contro una media Ue di 49). L'Italia è a quota 55 mentre i Paesi più virtuosi sono: Regno Unito (28), Danimarca (30), Irlanda e Olanda (31), Svezia (32).