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Briciole di pane

Mobilità urbana, non solo lifestyle

Il 65% degli incidenti stradali si verificano nelle città

Roma, 4 novembre 2015 - La mobilità delle persone e delle merci è funzionale allo svolgersi della vita sociale ed economica. Migliorare, soprattutto, la viabilità e, in particolare, il sistema dei trasporti diventa, quindi, una priorità nell’ambito delle aree urbane. Aree nelle quali, in Italia e nella maggior parte degli altri Paesi, vive gran parte della popolazione. In queste metropoli, sempre più intese e classificate come “area vasta”, ci si sposta per lavoro, studio, affari e quant’altro. La new generation urbana (è appena il caso di rammentare le smart cities) adotta nuovi stili di vita. Lifestyle che modificano il rapporto tra la città, i suoi fruitori e lo stesso hinterland. I confini territoriali, amministrativi e politici, d’altronde, evaporano rispetto al continuum tra centro e periferia.

 

Come dicevamo sopra, la domanda di mobilità si dilata e cerca risposta da Amministrazioni locali che fanno fatica a fronteggiare le nuove esigenze. Causa, anche, risorse finanziarie che non consentono ampi margini di manovra. In tale contesto, diventa prioritario, per chi gestisce la “cosa pubblica” ai vari livelli istituzionali, pianificare lo sviluppo delle città ponendosi obiettivi raggiungibili. Il tema della mobilità è oggetto di attenzione pure per le implicazioni a essa connesse. Si pensi, ad esempio, a quella ambientale. Ricordiamo, per avere un’unità di misura, che il settore dei trasporti, in Italia, produce il 49% delle polveri sottili. Il 65% di queste è generato proprio da quello stradale. E che dire degli aspetti connessi all’incidentalità, argomento sul quale ci ostiniamo a puntare i riflettori? Sulle arterie cittadine si verificano il 65% dei sinistri, con tutto quello che ne consegue.

 

“Un’ampia quota della mortalità sulle strade avviene, purtroppo, nelle aree urbane. I dati a disposizione dimostrano che gli incidenti più gravi si realizzano negli spostamenti legati alle attività quotidiane. E’ necessario, pertanto, intervenire attraverso una metodologia di sistema e in maniera sinergica in tutto il Paese. Si deve sviluppare una cultura della sicurezza legata al rispetto delle regole e si deve incentivare la formazione costante e innovativa sui temi della mobilità urbana dei tecnici che agiscono sul territorio”, ha dichiarato, di recente, l’ing. Carla Cappiello, presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Roma.
Considerazioni che ci permettiamo di fare nostre. In particolare, per quanto riguarda la necessità di “sviluppare una cultura della sicurezza”. Perché, a prescindere da tutto il resto, una maggiore sicurezza sulla strada passa, innanzitutto, attraverso la condotta di guida responsabile (“cum grano salis”, potremmo dire) da parte di chi è al volante.

Carlo Argeni