Nasce la 'prassi di riferimento' Uni-Itaca per la sostenibilità nell'edilizia
Il Regolamento ha applicazione immediata nei Paesi membri
Roma, 22 ottobre 2012 - Unificare, in un solo documento di riferimento, i diversi approcci e le esperienze di certificazione di sostenibilità ambientale ed energetica delle costruzioni che le Regioni, negli anni, hanno messo a punto autonomia, rimediando così a una frammentazione regionale che non ha prodotto parametri oggettivi di riferimento in relazione all'impatto ambientale ed energetico delle costruzioni. E' il primo obiettivo del protocollo Itaca (Istituto per l'innovazione e trasparenza degli appalti e la compatibilità ambientale) sulla certificazione delle costruzioni che ha ricevuto il 18 ottobre scorso il 'sigillo' dell'Uni, l'Ente nazionale italiano di unificazione, con la firma del documento da parte di entrambe le parti nell'ambito di Made Expo, la Fiera internazionale dell'architettura e dell'edilizia.
Il documento diventa così una 'prassi di riferimento', un documento paranormativo "che non sostituisce la norma, ma che rappresenta il testo di riferimento per tutti coloro che si interessano alla materia", spiega all'Adnkronos il presidente dell'Uni Piero Torretta, sottolineando che "oggi, in materia di sostenibilità, ognuno ha una propria posizione e una propria lettura. C'è quindi necessità di trovare punto di convergenza che soddisfi tutti gli stakeholder, tenendo conto che la sostenibilità edilizia comprende diversi aspetti, da quello ambientale a quelli sociale ed economico; di questi - aggiunge - alcuni sono già definiti per legge, come nel caso dell'efficienza energetica, e altri devono trovare ancora una definizione".
Il documento sviluppato da Itaca risponde proprio a questa esigenza, e se per il momento si parla di 'prassi', "la prassi poi deve diventare norma entro il termine massimo previsto dalla procedura", aggiunge Torretta. La firma di oggi rappresenta quindi "il primo gradino di inserimento del protocollo Itaca nella famiglia Uni", aggiunge Ugo Cavallera, presidente Itaca, spiegando all'Adnkronos che l'obiettivo è di "costruire edifici con certificazione energetica e il più possibile sostenibili dal punto di vista ambientale".
Un'utile regolamentazione per l'intera economia dell'Italia, "Paese che ha un patrimonio edilizio diffuso e con elevate percentuali di proprietà, ma critico dal punto vista dell'efficienza energetica e della qualità - spiega Cavallera - Si tratta di case costruite negli anni del boom economico con velocità ma anche con scarsa attenzione all'impatto ambientale o ai costi energetici. Ora, seguendo il protocollo, si realizzeranno edifici all'avanguardia". Con l'accordo firmato oggi si punta quindi ad avere "velocemente una vera e propria norma definitiva Uni a tutela del ciclo produttivo e del consumatore finale, con benefici per tutto il Paese.
Già dopo questa firma il protocollo potrà diventare una prassi di riferimento in un settore non sempre coperto da normative specifiche", aggiunge il presidente di Itaca. La prassi di riferimento Uni-Itaca si inserisce nel solco già tracciato dal Regolamento europeo 305/2011 sui prodotti da costruzione, approvato nel gennaio 2011 dal Parlamento Europeo. Il Regolamento ha applicazione immediata nei Paesi membri, anche se alcune previsioni in esso contenute avranno validità a partire da luglio 2013 per dare tempo ai Governi di adeguarsi. Tra le novità di questo regolamento vi è il maggiore impegno alla salvaguardia dell'ambiente e alla salute dei cittadini, con particolare attenzione all'uso sostenibile delle risorse nei processi di realizzazione dei prodotti da costruzione.
Il documento diventa così una 'prassi di riferimento', un documento paranormativo "che non sostituisce la norma, ma che rappresenta il testo di riferimento per tutti coloro che si interessano alla materia", spiega all'Adnkronos il presidente dell'Uni Piero Torretta, sottolineando che "oggi, in materia di sostenibilità, ognuno ha una propria posizione e una propria lettura. C'è quindi necessità di trovare punto di convergenza che soddisfi tutti gli stakeholder, tenendo conto che la sostenibilità edilizia comprende diversi aspetti, da quello ambientale a quelli sociale ed economico; di questi - aggiunge - alcuni sono già definiti per legge, come nel caso dell'efficienza energetica, e altri devono trovare ancora una definizione".
Il documento sviluppato da Itaca risponde proprio a questa esigenza, e se per il momento si parla di 'prassi', "la prassi poi deve diventare norma entro il termine massimo previsto dalla procedura", aggiunge Torretta. La firma di oggi rappresenta quindi "il primo gradino di inserimento del protocollo Itaca nella famiglia Uni", aggiunge Ugo Cavallera, presidente Itaca, spiegando all'Adnkronos che l'obiettivo è di "costruire edifici con certificazione energetica e il più possibile sostenibili dal punto di vista ambientale".
Un'utile regolamentazione per l'intera economia dell'Italia, "Paese che ha un patrimonio edilizio diffuso e con elevate percentuali di proprietà, ma critico dal punto vista dell'efficienza energetica e della qualità - spiega Cavallera - Si tratta di case costruite negli anni del boom economico con velocità ma anche con scarsa attenzione all'impatto ambientale o ai costi energetici. Ora, seguendo il protocollo, si realizzeranno edifici all'avanguardia". Con l'accordo firmato oggi si punta quindi ad avere "velocemente una vera e propria norma definitiva Uni a tutela del ciclo produttivo e del consumatore finale, con benefici per tutto il Paese.
Già dopo questa firma il protocollo potrà diventare una prassi di riferimento in un settore non sempre coperto da normative specifiche", aggiunge il presidente di Itaca. La prassi di riferimento Uni-Itaca si inserisce nel solco già tracciato dal Regolamento europeo 305/2011 sui prodotti da costruzione, approvato nel gennaio 2011 dal Parlamento Europeo. Il Regolamento ha applicazione immediata nei Paesi membri, anche se alcune previsioni in esso contenute avranno validità a partire da luglio 2013 per dare tempo ai Governi di adeguarsi. Tra le novità di questo regolamento vi è il maggiore impegno alla salvaguardia dell'ambiente e alla salute dei cittadini, con particolare attenzione all'uso sostenibile delle risorse nei processi di realizzazione dei prodotti da costruzione.