Presentato il Rapporto Europeo Dekra sulla sicurezza stradale in ambito urbano
Anche in Italia alcuni Comuni hanno centrato l'obiettivo zero vittime

Roma, 23 ottobre - Vision zero, è questa l'espressione utilizzata per intendere l'obiettivo ambizioso dell'azzeramento del numero di vittime sulle strade.
Nel complesso, siamo ancora relativamente lontani dal realizzare questa visione. Ciò nonostante, vi sono segnali positivi. Sembrerà difficile a credersi, ma una analisi condotta Dekra, una società che offre servizi di consulenza e certificazione anche nel mercato Automotive, mostra che sono molte le città europee che hanno già raggiunto questo obiettivo negli ultimi anni.
In particolare, secondo quanto emerso nella giornata di ieri, in occasione della presentazione del Rapporto 2014 sulla sicurezza stradale in ambito urbano, curato proprio da Dekra, nel lasso di tempo compreso tra il 2009 ed il 2012 centinaia di città con più di 50.000 abitanti hanno raggiunto il totale di zero vittime almeno una volta. Nei 17 paesi presi in considerazione, gli esperti contano infatti un totale di 462 comuni, pari al 40 per cento di tutte le città di pari dimensioni nelle nazioni annoverate. Sono sedici le città che non hanno registrato vittime per tutti e quattro gli anni considerati ed il 23,7 per cento delle città con oltre 100.000 abitanti sono riuscite a centrare l'obiettivo Vision Zero in almeno un anno.
Inaspettatamente, forse, tra le città virtuose d'Europa figurano anche alcune località italiane, come Arezzo, Pistoia, Ancona, Reggio Calabria e Catanzaro.
Questi risultati dimostrano che la direzione intrapresa è quella giusta e che il traguardo, in fin dei conti, non rappresenta una utopia, per quanto possa essere complesso e difficile da raggiungere.
E' necessario, però, investire maggiormente in sicurezza, equilibrare quanto più possibile le attività di sensibilizzazione e quelle di repressione, sfruttare al massimo la tecnologia, approfondire gli studi sui flussi di traffico per intervenire in modo consapevole e mirato.
Passi in avanti in tal senso si stanno compiendo anche nel nostro Paese, dove il Parlamento è attualmente a lavoro per la messa a punto di un nuovo Codice della Strada.
A questo proposito è intervenuto durante la presentazione del Rapporto Michele Meta, Presidente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, il quale ha espresso soddisfazione per come sta procedendo l'iter di approvazione delle modifiche. "I tempi di approvazione al Senato saranno brevi e poi il Governo dovrà ridisegnare l'intero Codice; la collaborazione in questo senso è unitaria tra tutte le forze politiche ed anche tra Governo e Parlamento". Il nuovo testo che disciplina i comportamenti in strada sarà più snello del precedente, ma prevedrà numerose novità, come spiega lo stesso Meta, "Avremo un nuovo Codice della Strada dopo vent'anni; delle attuali 300 norme ne rimarranno molte meno; abbiamo introdotto, oltre all'ergastolo della patente per chi guida sotto l'effetto di stupefacenti o alcolici e commette un omicidio stradale, anche norme che disciplinano l'aumento dei controlli, la tutela degli utenti vulnerabili, il limite dei 30 Km all'ora nei centri urbani. Abbiamo disciplinato un patto tra tutti i soggetti protagonisti della sicurezza stradale, dagli enti locali alla polizia, ai costruttori e proprietari delle strade. Un patto che deve sancire un nuovo salto sul terreno dei diritti e dei doveri civici, questo è fondamentalmente il nuovo codice".
A proposito degli sforzi indirizzati a garantire una maggiore sicurezza sulle strade è intervenuto anche il Presidente dell'Aci, Angelo Sticchi Damiani, che ha voluto sottolineare un dato importante, quello legato numero di morti nelle aree urbane. "Nonostante si sia ridotto il numero di incidenti stradali, registriamo ancora oltre il 40 percento delle vittime nelle aree urbane. E' un dato preoccupante questo, che ci fa uscire tutti un po' sconfitti. Perché, mentre tutto quello che succede nella rete delle strade primarie dipende una moltissimi fattori, quello che invece accade nell'ambito urbano è sicuramente più facilmente risolvibile se ci mettiamo tutti d'impegno, a cominciare dai Comuni. I Comuni dovrebbero tutti, non solo alcuni, riversare il 50 percento delle multe in sicurezza stradale. Attraverso questo 50 percento, che sono tanti miliardi, si potrebbero realizzare degli attraversamenti pedonali più sicuri, ben illuminati, soprattutto quelli in periferia, si potrebbero realizzare delle rotatorie al posto degli incroci semaforici, si potrebbero fare delle piste ciclabili, sicure, vere. Bisogna lavorare ed investire di più su tutto questo".