Riforma Madia a tutto campo: il punto sulle funzioni di polizia
Per una maggiore sicurezza (anche stradale?) economie di scala e sinergie

Roma, 22/03/2016 - Tra i decreti attuativi della “Riforma Madia” – ben 11 presentati al Consiglio dei Ministri del 20 gennaio 2016 – ce n’è uno che, in prospettiva, potrà influire sul tema della sicurezza stradale; anche se, naturalmente, è troppo presto per capire “come” tale influenza si manifesterà. E’ quello intitolato “Razionalizzazione delle funzioni di polizia e assorbimento del corpo forestale dello Stato”.
Se il relativo testo dovesse restare invariato (l’iter non può dirsi concluso, mancano, tra le altre cose, i pareri delle Commissioni parlamentari) avremmo un quadro complessivo delle Forze di polizia piuttosto diverso rispetto all’attuale.
Con “comparti di specialità” parzialmente ridisegnati (e il comparto “Sicurezza in materia forestale, ambientale e agroalimentare” attribuito all’Arma dei carabinieri); con il via libera a provvedimenti volti a razionalizzare la dislocazione delle Forze di polizia sul territorio (“...privilegiando l’impiego della Polizia di Stato nei comuni capoluogo e dell’Arma dei Carabinieri nel restante territorio, salvo specifiche deroghe per particolari esigenze”); con processi, infine, di “gestione associata dei servizi strumentali” anche in riferimento agli equipaggiamenti e alla formazione specialistica del personale (e con il sottinteso auspicio che ciò possa, a lungo termine, tradursi in una maggiore uniformità nelle prassi e nei moduli di intervento).
Certo, per il settore della sicurezza stradale, apparentemente, non si notano mutamenti di rilievo. Il Decreto, oltre a ribadire che il comparto di specialità “sicurezza stradale” appartiene alla Polizia di Stato, contiene un’opportuna norma di chiusura per confermare tutte le “funzioni, compiti e attività” previste da speciali disposizioni di legge: e l’art. 12 del Codice della Strada, che, com’è notorio, attribuisce funzioni e compiti di polizia stradale (anche) all’Arma dei carabinieri, al Corpo della guardia di finanza e al Corpo forestale dello stato, non viene toccato.
Ma l’apparenza può fuorviare.
La materia della sicurezza stradale ha un alto tasso di trasversalità e interdisciplinarità. Rispetto a tali caratteristiche, l’assetto organizzativo dei vari controllori non è mai una componente neutra: è in grado di incidere, a volte sensibilmente, sul risultato finale. Un controllo della Guardia di Finanza sull’autotrasporto merci e un’operazione del Corpo Forestale sulla cartellonistica pubblicitaria abusiva sono, rispettivamente, attività di contrasto all’evasione fiscale e di tutela paesaggistica; ma sono anche – chi potrebbe negarlo? – attività a favore della sicurezza stradale. Nell’esperienza di un gestore nazionale di strade come ANAS, in effetti, esempi del genere abbondano.
Nella ventilata legge delega per la riforma del Codice della Strada si parla, a un certo punto, di “specializzazione delle funzioni di polizia stradale”. Se mai la delega sarà approvata, sarebbe auspicabile un testo redatto in strettissima sinergia e coordinamento con questo decreto attuativo della “Riforma Madia”. Razionalizzazione delle funzioni di polizia e riforma del Codice della Strada potrebbero essere, così, i due “polmoni” che danno un nuovo “respiro” alla sicurezza stradale.