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Briciole di pane

Sicurezza nell'autotrasporto, il sindacato alza la voce

Sollecitate iniziative a tutela dei lavoratori

Roma, 12 giugno 2014 - Quasi sempre, trattando le tematiche afferenti alla sicurezza stradale o alla riduzione dell’incidentalità, si insiste sul “fattore-uomo” quale causa e concausa dei sinistri. Sarebbe, però, un errore di prospettiva immaginare un conducente-tipo, l’automobilista della middle class, e focalizzare solo su di lui sforzi migliorativi più o meno fantasiosi. Che vanno, ad esempio, dall’ergonomia dei sedili all’accertamento clinico di particolari patologie. Perché la realtà offre pure dei conducenti “diversi”. Che si trovano, e non per colpa loro, in condizioni di lavoro estreme. Privi, per giorni e giorni, di servizi igienici e pasti caldi. Costretti a dormire poche ore su scomode cuccette, paradossalmente considerate una sorta di “benefit” detratto dalla busta paga. Continuamente ricattabili o minacciabili. Spesso incapaci, se non altro per ragioni linguistiche, di decifrare correttamente cartelli e indicazioni.

 

Rispetto quest’ultima problematica c’è, comunque, da rilevare lo sforzo, anche economico, degli Enti che gestiscono le strade - grazie pure alle indicazioni del legislatore nazionale ed europeo - finalizzato ad armonizzare la segnaletica stradale e renderla, sempre di più, intellegibile e omogenea sotto gli aspetti tecnici. L’avvento del mercato unico, d’altronde, ha determinato un aumento della mobilità e delle merci, non solo in ambito europeo, e la conseguente necessità di un miglioramento complessivo della rete stradale.

 

Sottolineato questo aspetto, tutt’altro che marginale, ritorniamo alle condizioni di lavoro di molti camionisti. La realtà di quanti di loro non operano in condizioni di sicurezza (non tutti, per fortuna, perché sono moltissime le imprese di autotrasporto operano nella più assoluta legalità) è oggetto dell’attenzione del sindacato europeo di categoria (ETF - European Transport Workers Federation) fattosi, di recente, promotore della campagna “Stop slavery in european transport”. La campagna intende divulgare, tanto nella realtà sotto forma di adesivo cartaceo quanto in quella on-line come “bottone” scaricabile da Internet, un’immagine dal forte impatto (due mani che si liberano dalle catene), e sollecitare le istituzioni, soprattutto dell’UE, ad adottare regolamentazioni capaci di stroncare il dumping nell’autotrasporto.

Carlo Sgandurra