Sicurezza stradale, Cancellieri: Perplessa sul reato di omicidio
Il ministro dell'Interno ha affrontato il tema nel corso dell'audizione in commissione Trasporti alla Camera
Roma, 4 aprile 2012 - Sul reato di omicidio stradale "gravano perplessità di ordine tecnico" relative “all'inquadramento" dell'infrazione, "all'individuazione dell'elemento soggettivo" e alla "sovrapposizione delle ipotesi dolose e colpose". "Ogni nuova introduzione compete comunque al ministro della Giustizia che ha già consegnato un intervento che mi sento di condividere". Così il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri nel corso dell'audizione in commissione Trasporti alla Camera che ha ascoltato il titolare del Viminale in merito alla proposta di legge del presidente della commissione stessa, Mario Valducci sulla "Delega al Governo per la riforma del codice della strada".
Il ministro ha chiarito anche la propria posizione sul possesso del titolo di guida successivo all'applicazione di una sanzione di omicidio stradale e ha sottolineato che la direzione "è quella di rendere effettiva la sanzione cautelare facendo sì che l'interdizione alla guida venga comunque realizzata anche se si ottiene la patente in un altro stato". La Cancellieri ha espresso invece dubbi sotto il profilo costituzionale per quanto riguarda l'ipotesi di revoca perpetua della patente: "Sull'ergastolo della patente ho qualche dubbio ma la sanzione si può modulare. Una sanzione lunga è già efficace dato che la patente può essere anche uno strumento di lavoro. In ogni caso dovremmo avviare una riflessione con il ministro delle Infrastrutture e verificare la compatibilità delle misure sulla base della proporzionalità, ragionevolezza e non discriminazione con le norme europee".
La Cancellieri si è poi detta "particolarmente sensibile all'ansia di giustizia delle famiglie delle vittime". E che le morti causate di chi è sotto effetto di sostanze psicotrope o di alcool sono già state inasprite "dal decreto sicurezza del 2008 che ha applicato un'aggravante". Il ministro ha auspicato, inoltre, una riorganizzazione delle disposizioni del codice vigente: "Potrebbero essere integrate con ulteriori criteri di proporzione tra comportamento illecito che causa l'incidente stradale e la sanzione. Dalla comparazione dei dati emerge infatti che alcuni comportamenti molto pericolosi non sono oggetto di sanzioni adeguate e dissuasive" come il dare precedenza (oltre il 25 per cento dei casi di incidenti). "Altri comportamenti a rischio sono l'omesso rispetto della distanza di sicurezza, l'uso del telefono cellulare, l'eccesso di velocità, la violazione delle prescrizioni della segnaletica stradale". Un primo intervento di semplificazione, ha indicato il ministro, potrebbe essere quello di "delegare al governo" la riforma del ricorso al prefetto con "l'eliminazione dell'obbligo di audizione dell'interessato che ne abbia fatto richiesta" che spesso "viene utilizzato come espediente dilatorio". Aspetto "confermate dal fatto che va deserto molto spesso", ha detto il ministro.