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Briciole di pane

Sicurezza stradale, chi va piano va sano e va lontano

La velocità è la causa di molti incidenti. Le "Zone 30" una possibile soluzione al problema

Roma, 15 dicembre 2015 - La velocità è causa e concausa di incidenti stradali. Non diciamo nulla di nuovo, avete ragione a pensarlo. Ma ripeterlo, ad abundantiam, non è male. Perché sono ancora troppi quelli che se ne infischiano di rispettare i limiti imposti, mettendo a rischio la propria e altrui incolumità.

 

Evidenziato il problema, restano da individuare le possibili soluzioni. Le più immediate e scontate? Aumentare le pattuglie della Polstrada in maniera da "castigare", sanzionandoli, gli incoscienti dal piede pesante sull'acceleratore. Si potrebbe largheggiare pure, ipotizziamo sapendo di attirarci l'ira di moltissimi, nel posizionamento di autovelox & affini. Oppure, sistema potenzialmente più indolore per le tasche degli automobilisti, ridurre i limiti di velocità ove opportuno. In maniera, scritto con non celata ironia, che anche la segnaletica verticale rammenti ai più distratti che "chi va piano va sano e va lontano".

 

In Belgio non sono stati a guardare. Sulle strade regionali delle Fiandre il limite di velocità sarà abbassato, dal 2017, a 70 km/h al posto dei 90 attuali. Una decisione presa per tentare di contrastare l'elevato numero dei sinistri che si registrano su queste arterie: in media 400 decessi l'anno, soprattutto nelle zone urbanizzate. Insomma, quando è troppo è troppo. E chi decide nell'interesse della collettività cerca di metterci una toppa perché queste morti, e il carico di dolore che si trascinano dietro, si possono sicuramente evitare.

 

Nel nostro Paese il dibattito, con favorevoli e contrari, è sulle cosiddette "Zone 30". Per moderare la velocità degli immancabili scriteriati di turno si vuole abbassare il limite, nei centri cittadini, da 50 a 30 km/h. Questo consentirebbe, a detta degli addetti (si perdoni il gioco di parole) ai lavori di ridurre i sinistri. Un provvedimento a tutela, anche e soprattutto, degli "utenti deboli" della strada. Pedoni, ciclisti e centauri potrebbero, quindi, stare più tranquilli. L'abbattimento delle velocità porterebbe alla contestuale installazione di rallentatori ottici e/o acustici, dossi, rialzi agli incroci, rotatorie e quant’altro. Le statistiche dimostrano che nelle "Zone 30" diminuisce il numero degli incidenti e dei feriti, le stesse lesioni fisiche sono meno gravi. A Londra, tra il 1986 e il 2006, nelle "Zone 20" (20 miglia orarie corrispondono a circa 32 km/h) si è registrata una contrazione del 42% del numero complessivo degli incidenti e del 46% di quelli che hanno provocato morti o feriti gravi.

 

Con l’istituzione di una "Zona 30" si riduce, inoltre, il consumo di carburante, l'inquinamento atmosferico e acustico. Aspetto meritevole di attenzione, non c'è nemmeno un aumento dei tempi di percorrenza in quanto, stando a uno studio effettuato a Madrid, si è misurata una velocità media di 16,1 km/h nelle "Zone 30" e di 16,2 km/h nelle "Zone 50".

 

Graz, in Austria, è stata la prima città ad adottare la "Zona 30". Ma sono presenti anche in città della Francia, della Germania e della Svizzera, tanto per indicare qualche Paese. Il tema della sicurezza stradale, d'altronde, non ammette sconti o pause. Ogni giorno sulle vie di comunicazione del mondo ci sono persone che perdono la vita a causa degli incidenti. E, continuiamo a ripeterlo, all'impegno profuso dagli Enti proprietari delle strade per renderle più sicure, a quello delle Forze dell'Ordine nel presidiare le arterie e a quello del settore automotive nel costruire veicoli smart, deve sommarsi, necessariamente, una condotta di guida prudente. Gira che ti rigira d’altronde, tutto, o gran parte, ruota attorno ai comportamenti di chi è al volante.

Carlo Argeni