Sicurezza stradale. Diminuiscono gli incidenti, le vittime e i feriti
Sulle arterie comunali si verifica il maggiore numero dei sinistri

Roma, 19 dicembre 2014 - Diminuiscono gli incidenti stradali in Italia. E questa è una buona notizia. Anche perché, stando all’ultimo Rapporto ACI-ISTAT, nel 2013 si sono registrate 368 vittime in meno. Vero è, comunque, che il nostro Paese, con i suoi 56,2 morti per incidente ogni milione di abitanti, supera la media europea, attestata al 51,4. Complessivamente, lo scorso anno si sono verificati 181.227 sinistri con lesioni alle persone, 3.385 i morti, 257.421 i feriti.
Sulle strade urbane si riscontrano il 75% degli incidenti e il 42% delle vittime. Se a bordo delle automobili si muore di meno (-12,2% decessi rispetto al 2012), per chi viaggia sulle due ruote i miglioramenti sono più marcati: abbiamo un -14,5% per i motocicli e un -14% per le biciclette. Tra i conducenti, le fasce di età più “a rischio” sono quelle dei giovani, in particolare tra 20 e 24 anni (219 vittime), e quella degli adulti tra 40 e 44 anni (215 vittime). Tra i pedoni diminuiscono le morti del 4,7%, ma aumentano i feriti dell’1,6%. Le fasce che fanno registrare maggiori incrementi di decessi per investimento sono tra gli 80-84enni e tra i 90-94enni, ma le vittime sono in aumento anche tra giovani (15-29 anni) e bambini (0-4 anni).
Per Angelo Sticchi Damiani, la sicurezza stradale è migliorata grazie a una maggiore consapevolezza dei conducenti. “La formazione - dichiara, infatti, il presidente dell’ACI - e la sensibilizzazione funzionano, quindi vanno intensificati gli sforzi per l’educazione di tutti gli utenti della strada”. Giorgio Alleva, presidente dell’Istat, sottolinea che “gli incidenti stradali sono la prima causa di morte e di invalidità permanente per i giovani e questo rappresenta un costo enorme per lo Stato. Nonostante gli sforzi già compiuti per recuperare le posizioni di altri Paesi europei, occorre non abbassare la guardia, intensificare l’azione preventiva sul sistema della mobilità e disporre di dati affidabili e di qualità affinché le politiche per la sicurezza stradali siano basate su evidenze scientifiche. Produrre informazioni di qualità è un’attività complessa e anche costosa, ne sono consapevoli tutte le istituzioni pubbliche che contribuiscono alla rilevazione degli incidenti stradali. Anche per rendere un servizio sempre più utile al Paese, è necessario mantenere alta l’attenzione e rafforzare gli sforzi per aumentare la tempestività e la qualità delle informazioni trasmesse all’Istituto”.
Un aspetto che abbiamo posto in evidenza pure da queste colonne. Disporre di dati “certificati” e, quindi, certi, consente interventi ottimali per individuare quelle tratte dove si verifica il numero maggiore di incidenti. In questa maniera l’Ente proprietario della strada, che, a nostro avviso, dovrebbe raccoglierle, conservarle, aggiornarle e mettere a fattore comune con quanti ne necessitano, in un rapporto di proficua collaborazione con le altre Istituzioni interessate, può programmare adeguate iniziative per cercare di eliminare il problema: sia per quanto concerne eventuali interventi sull’infrastruttura (pavimentazione, segnaletica, ecc.) sia attraverso una maggiore attività di prevenzione e repressione delle violazioni al Cds, delegata in via principale alle Forze dell’Ordine. La tecnologia attuale, d’altronde, permette di fare dialogare in tempo reale le singole banche-dati di attori pubblici e, volendo, privati. Questo, in prospettiva, è un ulteriore elemento che può concorrere a rendere ancora più sicure le vie di comunicazione.