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Sicurezza stradale/ DISS: ricerca scientifica per dimezzare entro il 2020 a 15 miliardi i costi sociali

Attualmente i costi sociali degli incidenti stradali ammontano a 30 miliardi, il 2% del PIL

Roma, 10 luglio 2012 - I numeri non lasciano dubbi. Ogni anno avvengono in Italia oltre 200 mila incidenti stradali che provocano 4.000 morti e 300 mila feriti, con costi sociali che ammontano a 30 miliardi, il 2 % del PIL. Dimezzare entro il 2020 i costi economici e sociali investendo nella ricerca scientifica e nell'innovazione tecnologica applicate alla sicurezza stradale è l'obiettivo che si prefigge il Diss, il Centro di ricerche interuniversitario per la sicurezza stradale creato nel 2010 per iniziativa dell'Università di Parma, che ha presentato l'attività svolta in questi due anni nel corso del convegno "L'innovazione scientifica in Italia a servizio della sicurezza stradale", tenuto oggi a Roma presso la Sala Colonne della Camera dei deputati.

"Il Diss si propone di diventare l'organismo di supporto alle istituzioni dedicato alla ricerca applicata alla sicurezza stradale, un organismo tuttora assente in Italia a differenza di altri paesi europei. Vogliamo adottare subito a livello nazionale il progetto DATA - S3T (Street), basato sull'uso del top dell'innovazione tecnologica per la raccolta dei dati e monitoraggio di incidentalità che si integra con estrema semplicità con i sistemi di raccolta attualmente in uso, semplificando l'attività degli operatori e permettendo l'elaborazione dati in tempo reale” ha sottolineato Lorella Montrasio, direttore del Centro. "Il nostro obiettivo - ha aggiunto - è fungere da volano per lo sviluppo del nuovo comparto economico sicurezza stradale che entro il 2020 porti l'Italia a dimezzare il numero delle vittime della strada e quindi ridurre i costi dell'incidentalità dagli attuali 30 miliardi annui, pari al 2% del PIL, a 15 miliardi".

Mario Valducci, Presidente della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera dei Deputati nel suo intervento ha sottolineato come "l'apporto che la ricerca applicata può dare alla Sicurezza Stradale è considerevole: la tecnologia sforna incessantemente soluzioni la cui tempestiva comprensione rappresenta un fattore critico per il legislatore chiamato a valutarne le ricadute su un sistema diffusamente normato, anche a livello comunitario. Un advisor terzo - ha aggiunto - può dare un contributo ad alto valore aggiunto non solo alle istituzioni, ma anche alle imprese della filiera industriale che vogliano competere su scala globale. l'Italia ha infatti numeri di eccellenza per candidarsi a nazione di riferimento per il comparto della Sicurezza Stradale nell'UE. Il DISS può svolgere un ruolo importante in questo percorso, con favorevoli ricadute sulla crescita delle economie dei territori".

A.F.