Sicurezza stradale. Irlanda, un video-choc per prevenire gli incidenti
La Ue vuole dimezzare il numero delle vittime entro il 2020

Roma, 9 luglio 2014 - Il problema della sicurezza stradale continua a essere oggetto, in Italia e all’estero, di quotidiana attenzione. Perché, come noto, sono ancora troppi i decessi che si contano sulle strade del mondo. Ogni iniziativa è utile, quindi, per richiamare gli automobilisti a un maggiore rispetto delle regole alla base di una condotta di guida sicura. Abbiamo più volte, da queste colonne, evidenziato quanto possano incidere sull'immaginario collettivo le campagne di sensibilizzazione alla sicurezza stradale. Anche, se non soprattutto, quelle di più forte impatto mediatico. Tra le ultime, l'Asaps (Associazione sostenitori e amici sostenitori della polizia stradale) ha segnalato quella promossa, di recente, dal governo irlandese. Il messaggio del video realizzato è diretto: “Se vai forte, non puoi controllare le conseguenze della tua velocità. Vergognati!”.
Sotto accusa è l’alta velocità. Si tratta di un videoclip vietato ai minori di 15 anni. In Irlanda, su 1 milione e 800mila abitanti, nel corso del 2013 sono morte 56 persone. Il video-choc, frutto della volontà del governo di contrastare il fenomeno dell’incidentalità, chiama direttamente in ballo, singolarmente, chi esagera quando è al volante. Da qui il: “Vergognati!”. In Irlanda del Nord, come nel resto del Regno Unito, ha fatto rilevare l'Asaps, guidare in stato di ebbrezza comporta una condanna minima di 6 mesi (un'ammenda di 5mila sterline, sospensione della patente da 12 a 36 mesi), che, in caso d’incidente mortale, arriva a 14 anni di carcere, a una sanzione indefinita che il giudice calcola in relazione al danno provocato, la sospensione della patente da un minimo di 2 anni alla revoca perpetua.
Per innalzare il livello di sicurezza è, ovviamente, opportuno e necessario un cambiamento culturale. Pure nel nostro Paese si punta a coinvolgere gli automobilisti, soprattutto i giovani, in iniziative che portino a stili di guida adeguati. Un impegno che vede protagonisti tutti gli attori istituzionali che ruotano attorno alla strada. Perché ogni utile collaborazione e approfondimento sull’incidentalità, e non solo quello limitato alla dinamica del sinistro, può contribuire a contrastare il verificarsi di eventi luttuosi. Senza dimenticare, inoltre, che la Commissione europea si è posta l’obiettivo di dimezzare il numero degli incidenti entro il 2020. A tale scopo ha approvato un programma di azione con misure legate anche alle norme in materia di sicurezza dei veicoli (regolatori elettronici per migliorarne la stabilità, miglioramento dei sistemi di frenata, limitatori di velocità, ecc.).
Al continuo miglioramento delle infrastrutture, alla messa in opera di asfalti drenanti e di una più idonea segnaletica verticale e orizzontale, al maggiore “dialogo” tra infrastruttura e veicolo e tra veicolo e veicolo, all'uso sempre più evidente di tecnologia al servizio della circolazione, deve fare da contraltare, comunque, un automobilista attento alla propria e altrui sicurezza. Consapevole dei rischi nei quali può incorrere mentre percorre una strada.
Nel frattempo, riteniamo opportuno ribadire che, a nostro avviso, per cercare di ridurre il fenomeno dell’incidentalità, o almeno per contenerlo, è essenziale conoscere in maniera esaustiva le cause che lo determinano. Questo può avvenire attraverso la puntuale e quotidiana raccolta dei dati concernenti i sinistri da parte dell’Ente proprietario della strada, che poi li condivide con quanti interessati (Forze dell’Ordine, ministeri, associazioni, ecc.). Le stesse iniziative di prevenzione e repressione delle violazioni al Codice della Strada (Cds), sulla scorta dei dati acquisiti, sarebbero mirate. Inoltre, più che a un ulteriore inasprimento delle sanzioni a carico di quanti trasgrediscono il Cds, tema purtroppo di grande attualità ultimamente, è necessario fare in modo che quanti al volante si “autocontrollino”, perché coscienti della puntuale e immediata applicazione della sanzione stessa (si pensi al risultato positivo legato all’introduzione della “patente a punti”). Quest’ultimo, è il deterrente più indicato a condotte di guida imprudenti.