Sicurezza stradale, la Ue contro i colpi di sonno
Una Direttiva per contrastare il fenomeno
Roma, 20 agosto 2014 - "Morire di sonno" non è solo un modo di dire, purtroppo. Lo sanno bene a Strasburgo, dove il legislatore europeo ha puntato i riflettori sugli incidenti stradali causati dai cosiddetti colpi di sonno. Con il risultato, concreto, di approvare una Direttiva che impegna gli Stati membri a varare una legge che obblighi i conducenti di qualsiasi mezzo a rispondere a specifiche domande sui disturbi del sonno.
La Direttiva, già pubblicata in Guce, è la n. 2014/85/UE, ha modificato l’allegato III della Direttiva 2006/126/CE (“Norme minime concernenti l’idoneità fisica e mentale per la guida di un veicolo a motore”) prevedendo, esplicitamente, quanto segue: «Il richiedente o il conducente in cui si sospetti una sindrome da apnea ostruttiva notturna moderata o grave deve essere sottoposto a un consulto medico approfondito prima dell'emissione o del rinnovo della patente di guida». D’altronde, chi è affetto da apnee notturne registra una frammentazione del sonno che si rivela inefficace al fine del riposo. Si hanno, di conseguenza, cali di attenzione e distrazione quando si è alla guida.
Si pensi, ad esempio, ai cosiddetti colpi di sonno limitati a qualche istante (microsleep) o per un lasso di tempo pericolosamente più lungo. Chi soffre di apnee notturne è sottoposto a un rischio d’incidente da due a sei volte maggiore di quanti riposano senza problemi. L'OSAS (Sindrome delle Apnee Ostruttive in Sonno) è una delle principali cause di mortalità alla guida di autoveicoli. Il prof. Francesco Peverini, direttore scientifico della Fondazione per la Ricerca e la Cura dei Disturbi del Sonno onlus, ha evidenziato che «... l'eccessiva sonnolenza diurna, che è il sintomo principale dei disturbi del sonno e in particolare dell’OSAS, è una delle maggiori cause di mortalità alla guida di autoveicoli. Ma, attualmente, l’ordinamento italiano non contempla alcuna specifica azione per prevenire e accertare, come invece avviene per l'alcool e le droghe, le altrettanto pericolose conseguenze dei colpi di sonno al volante».
Le apnee, nel nostro Paese, determinano oltre mille morti l’anno e 120 mila feriti. Il costo sociale è valutato in oltre 6 miliardi di euro. La Direttiva UE prevede che, nei casi accertati, potranno, comunque, guidare un veicolo i «… richiedenti o conducenti con sindrome da apnea ostruttiva notturna moderata o grave che dimostrano un adeguato controllo della propria condizione, il rispetto delle cure adeguate e il miglioramento della sonnolenza, se del caso, confermato dal parere di un medico autorizzato».
Il Governo si dovrà, dunque, fare carico sia della questione sanitaria (l’accertamento della malattia) sia della tutela del lavoro dei conducenti. L’occasione giusta potrà essere, senz’altro, la delega al Governo per la riforma del Codice della strada: delega che mette al primo posto, tra i principi e i criteri direttivi, «... criteri di coerenza e di armonizzazione con le altre norme di settore, con quelle dell’Unione Europea e con quelle derivanti da accordi internazionali». Senza, però, nasconderci un aspetto essenziale: per puntare alla sicurezza, non è tanto lo strumento legislativo a fare difetto (già l’anno scorso la Commissione Trasporti della Camera prese a esaminare la proposta di legge 1126, di «Modifica all'articolo 119 del Codice della strada... concernente l'accertamento dell'assenza di disturbi del sonno per il conseguimento della patente di guida»), quanto la sua attuabilità pratica.
Mettere il sistema sanitario italiano in condizione di assistere e curare, su tutto il territorio nazionale, i soggetti con OSAS è un’impegnativa questione di organizzazione e, più di ogni altra cosa, di risorse. L'attenzione della UE, comunque, ci pare opportuna perché mirata a contrastare il fenomeno dell'incidentalità stradale che, come noto, registra, annualmente, morti e feriti. Quello dei colpi di sonno, ovviamente, è uno degli aspetti del problema. Sono, infatti, molteplici gli aspetti che determinano e sono concausa dei sinistri. Spesso, molto spesso, a innescarli sono soprattutto i comportamenti di guida scorretti che vedono nel conducente il fattore scatenante l'evento.
Alla continua attività di formazione e informazione di chi è al volante si affianca il costante miglioramento dei sistemi di sicurezza di cui si sono dotati i veicoli che, ormai, grazie alla tecnologia, "dialogano" con la strada. Non ultimo, va registrata l'attività di miglioramento e potenziamento delle infrastrutture viarie di cui si fanno carico gli Enti che le gestiscono, pure a fronte di disponibilità economiche sempre più ridotte. Si migliorano le pavimentazioni, la segnaletica orizzontale e verticale, si utilizzano display e pannelli elettronici a messaggio variabile per informare chi percorre le arterie, si installano sistemi di rilevamento della velocità (si pensi a Vergilius, utilizzato da Anas su alcune tratte statali). Il tutto per fare in modo che viaggiare sia sinonimo di ampliamento delle proprie conoscenze, di svago, di trasporto delle merci e altro ancora. Alle smart cities si affiancheranno, sempre di più, confidiamo, delle smart roads.