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Briciole di pane

Sicurezza stradale, proposta di legge per l'introduzione del reato di "omicidio stradale"

Consenso dalle istituzioni al progetto David e alla raccolta di firme per l'introduzione di un reato specifico

Roma, 2 marzo 2011 - Un piano in cinque punti, per elaborare una strategia efficace nel ridurre gli incidenti stradali. Obiettivo concreto, «salvare almeno 58 vite nei prossimi 10 anni»: questo il fine del progetto David, curato dall’associazione «Lorenzo Guarnieri», fondata dai genitori del diciassettenne ucciso la notte dello scorso primo giugno alle Cascine a Firenze, da uno scooter guidato da un uomo risultato positivo ad alcool e droga. Il progetto è appoggiato dal Comune di Firenze.
Tra i primi elementi del piano, una proposta di legge popolare per definire il reato specifico di omicidio stradale. Guarnieri ha spiegato che il reato di omicidio stradale è già presente in altri Paesi e che l’associazione sta scrivendo il testo della proposta di legge popolare che definisca questo reato«. Terminata questa fase «partirà la raccolta di 50.000 firme».
Il piano prevede poi l’analisi dei dati per delineare il profilo del fenomeno incidenti stradali a Firenze ed individuarne le maggiori cause, con metodologie messe a disposizione da McKinsey, tra le maggiori società di consulenza strategica a livello mondiale. Su questa base, è stato spiegato, verrà stilata una road map di interventi di prevenzione che vanno dall’adozione di misure per la messe in sicurezza delle strade più a rischio fino alle campagne pubblicitarie nelle scuole. All’elaborazione dello studio parteciperanno professionisti di McKinsey, tecnici del Comune e della facoltà di Ingegneria dell’Università di Firenze: il format finale del progetto sarà consegnato all’amministrazione comunale a giugno.
David (acronimo di Dati e analisi; Aderenza alle regole; vita ed Educazione; Ingegneria; Dopo la violenza), è stato presentato in Palazzo Vecchio dal vicepresidente dell’associazione e padre di Lorenzo, Stefano Guarnieri, e dal sindaco di Firenze Matteo Renzi. «Abbiamo scelto l’acronimo D.A.V.I.D. perché pensiamo che una piccola pietra possa riuscire ad abbattere un grande problema che è quello della pericolosità sulle strade: ogni anno 5.000 persone muoiono in Italia, soprattutto giovani» ha commentato Guarnieri. Per Renzi «il metodo di lavoro utilizzato dal piano per affrontare la drammatica questione degli incidenti stradali è innovativo: per la prima volta in Italia si cerca di combattere questo problema con un sistema così strutturato». All’incontro ha preso parte anche la madre di Lorenzo, e presidente dell’associazione, Stefania Guarnieri.
«Raccolgo la sfida di Matteo Renzi sull’introduzione del reato di omicidio stradale in alcuni gravi casi». Lo dichiara il Presidente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati e Responsabile vicario Enti Locali del PdL Mario Valducci commentando la proposta del sindaco di Firenze e dando pieno appoggio all’iniziativa. «La settimana scorsa la Polizia Stradale ha confermato, dati alla mano, che le modifiche al codice della strada introdotte nel luglio scorso stanno dando ottimi risultati nella riduzione degli incidenti e delle vittime. Ora c’è bisogno di una nuova scossa e la proposta di Renzi può rappresentare il nuovo fronte della sicurezza stradale. Sono pronto - conclude Valducci - a presentare in maniera bipartisan la proposta in Commissione Trasporti alla Camera». Valducci, che e' stato anche relatore del provvedimento che ha introdotto le più recenti modifiche al codice della strada contenenti disposizioni in materia di sicurezza, definisce infatti questa "l'unica ipotesi percorribile" per una certezza della pena. "Uno puo' ammazzare 2-3 persone e stare in galera 4-5 anni e magari neanche questi – ha osservato Valducci - visto che nella maggior parte dei casi gli imputati sono incensurati e benestanti, tanto da potersi permettere fior di avvocati". "Io ritengo che, nel momento in cui una persona ubriaca si mette al volante, conosce l'alto rischio a cui va incontro".
Piu' prudente, invece, il senatore Luigi Grillo, presidente della Commissione Lavori Pubblici del Senato, che commenta: "aspetto di vedere la proposta e ci rifletterò". "Abbiamo modificato il codice della strada dopo un anno e mezzo di lavori intensi, nel corso dei quali abbiamo rivisto 80 articoli del codice", ricorda Grillo sottolineando che sono state "aggravate tutte le pene e, dopo l'approvazione del nuovo codice, si è ridotta l'incidenza della mortalità". Secondo Grillo però "non dipende tutto dalle leggi".
Pene più severe e la definizione del nuovo reato di 'omicidio stradale': queste le richieste che avanza per l'Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) Guido Castelli, sindaco di Ascoli Piceno e responsabile dell'Osservatorio Nazionale Anci-Upi sulla sicurezza stradale.
''Le recenti modifiche al Codice della strada hanno infatti inasprito le sanzioni più sul versante amministrativo e meno su quello penale'', afferma Castelli, ma ''va comunque sottolineato che dai dati in nostro possesso le nuove norme stanno producendo effetti deterrenti soprattutto legati alla patente a punti''. ''Se una persona si mette alla guida in stato di ebbrezza o sotto l'influenza di sostanze stupefacenti - spiega – deve sapere di essersi trasformato in un potenziale killer. Dalla recente indagine che abbiamo realizzato sul comportamento alla guida da parte degli italiani emerge un quadro preoccupante di deresponsabilizzazione. Per questo - sottolinea il rappresentante dell'Anci - è necessario che si chiarisca bene, con una legge ad hoc, la previsione di inasprimento della pena e l'introduzione dello specifico reato, in modo da lasciare al giudice la facoltà di decidere caso per caso, ma di decidere la pena da infliggere anche per quei casi in cui risulta oggettivamente stretta la previsione massima di 'omicidio colposo'.
A collaborare al progetto e alla raccolta delle firme in tutta Italia è l'Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale (Asaps). In altri Paesi, come in Inghilterra o in Francia, i reati stradali sono "di grande impatto", sottolinea il presidente Giordano Biserni. In Svizzera si rifanno al concetto di "violenza stradale", in Italia invece, aggiunge Biserni, "quelli della strada sono considerati reati 'nani' rispetto agli altri".
In base ai dati dell'Asaps, nel 2010 sono state 585 le omissioni di soccorso (+21%) con 98 morti (+7,7%) e un aumento del 26% dei feriti. È stato smascherato il 75% dei pirati della strada e l'abuso di alcol e droga sono presenti nel 27% dei reati commessi nel 2010.
Nella maggior parte degli incidenti il pirata della strada viene identificato a distanza di pochi giorni dall'incidente ma, secondo il presidente dell'Asaps, "l'ombra lunga dell'alcol e della droga riguarda il 50-60% degli episodi".
Sulla stessa linea Carmelo Lentino, portavoce di 'BastaUnAttimo', campagna nazionale di sensibilizzazione per la sicurezza stradale e contro le stragi del sabato sera, certo che ci sia un "vulnus legislativo che andrebbe colmato". "Tutte le iniziative che vanno nella direzione di garantire la certezza della pena per chi si rende colpevole di omicidio sono bene accette - afferma Lentino - Bisogna considerare che negli anni è stata portata più volte all'attenzione del Parlamento la proposta di introdurre il dolo eventuale per chi si mette alla guida dopo aver fatto uso di droga e alcol e dovrebbe quindi essere consapevole di poter causare danni a terzi, fino alla morte". Al momento, invece, non c'è "un punto fermo sulla questione" per questo, osserva il portavoce di 'BastaUnAttimo', spesso le sentenze di appello capovolgono i giudizi di primo grado.
Si' all'introduzione dell'omicidio stradale anche dal presidente della Fondazione Ania per la Sicurezza Stradale, Sandro Salvati. "E' necessario fornire ai giudici uno strumento che renda certa la pena nei confronti di chi commette quelli che, in taluni casi, sono dei veri e propri omicidi - ribadisce Salvati – Dobbiamo tenere presente che certe condotte di guida causano alcuni tra i più gravi delitti che avvengono oggi". "Penso, ad esempio, a chi causa incidenti stradali dopo essersi messo al volante sotto l'effetto di sostanze stupefacenti o con un tasso alcolemico nel sangue ben oltre la soglia consentita dalla legge - prosegue - E' giusto che, in taluni casi, si configuri l'ipotesi di dolo eventuale, per la gravità sociale, umana ed etica degli incidenti stradali".

Francesca Baron