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Briciole di pane

Sicurezza stradale, quattro milioni di auto non assicurate

Il contrassegno elettronico contribuirà a stroncare il fenomeno

Roma, 6 novembre 2013 - Quattro milioni di auto fantasma girano sulle strade del nostro Paese. Fantasma, perché non assicurate. Sono più dell'8% del totale circolante. Rappresentano, ovviamente, un grave problema.

A prescindere del consistente danno economico interessante le compagnie assicurative, ci preme rilevare l’impatto che tale “anomalia” ha sulla sicurezza stradale. Tra l’altro, in un contesto nazionale che registra come numero di incidenti, per milione di abitanti, un 7% in più rispetto alla media europea.

Per cercare di fronteggiare questo fenomeno il D.M. del 9 agosto 2013, n.110, in vigore dal 18 ottobre scorso, ha introdotto il tagliando elettronico. Entrerà a regime, come noto, tra due anni. L’obiettivo è di contrastare, oltre all’evasione dell’obbligo assicurativo, pure la sua contraffazione. Il nuovo contrassegno sarà collegato a una banca dati istituita presso la Direzione Generale della Motorizzazione.

Ma nel frattempo, stando a quanto si legge, la Polizia si sta organizzando e, una volta acquisiti i dati relativi ai clienti delle assicurazioni, potrà incrociarli con quelli che arrivano dai Tutor e dagli autovelox. Questa operazione consentirà di accertare se la vettura è assicurata. L'articolo 193 del Codice della strada stabilisce l'obbligo della copertura assicurativa con responsabilità civile verso terzi per tutti i veicoli a motore circolanti sul territorio italiano. Se un veicolo non è in regola, o l’assicurazione non esiste o è scaduta, scatta il sequestro del mezzo e la sanzione pecuniaria. Se il tagliando risulta falso, si passa direttamente al penale. Spetterà, poi, al cittadino dimostrare se è stato vittima di un raggiro.

“Spesso - ha fatto rilevare, in una nota, la Polstrada - l’assicurazione falsa è il presupposto o l’indizio di crimini più gravi: dietro assicurazioni false, sovente si nascondono organizzazioni criminali e soprattutto potenziali pirati della strada che dopo aver cagionato un incidente stradale, noncuranti delle conseguenze, fuggono via senza assumersi responsabilità e lasciando la sventurata vittima senza soccorso e senza la possibilità di un risarcimento patrimoniale diretto. Soltanto dopo un complicato iter procedurale può subentrare il Fondo vittime della strada, alimentato in quota parte da ogni conducente assicurato”.

In quelle cittadelle in eterno movimento che sono le strade, quindi, la sicurezza della circolazione non è questione attinente soltanto alle infrastrutture ma, come si vede, a un insieme di fattori, istituzionali e sociali, che concorrono a garantire una viabilità sicura e nell'alveo della legalità.

Carlo Sgandurra