Sicurezza stradale, una telefonata non sempre allunga la vita
Video shock della polizia elvetica per contrastare gli incidenti causati dalla distrazione
Roma, 13 maggio 2015 - Telefonini, che passione. Ma poi, se vai a vedere bene, ti accorgi che gli smartphone impattano, indirettamente, pure sulla sicurezza stradale. Tanto che, di recente, la polizia elvetica ha lanciato la campagna "The Magic Trick", con l’obiettivo dichiarato di contrastare il fenomeno di quanti, talmente presi dall’utilizzo del cellulare, non si accorgono di eventuali pericoli. In fondo, come ben sappiamo, è diventata una normalità vedere giovani e meno giovani che camminano per strada, o in altri contesti, ascoltando musica, messaggiando o, addirittura, trastullandosi con qualche app.
Il video shock made in Svizzera punta i riflettori su questa realtà. Jonas, 24 anni, è il protagonista del filmato. Non molla, come si suol dire, mai il telefonino. Arrivato a un incrocio non si accorge di un’auto. Finirà come immaginate.
Sono scene di forte impatto, oggetto anche di critiche. Ma, in fondo, era quello che volevano le Autorità: porre all’attenzione dell’opinione pubblica la necessità di utilizzare questi strumenti tecnologici in condizioni di sicurezza, per sé e gli altri. D’altronde, allo smartphone non si rinuncia mai: nemmeno quando si è al volante.
Con riferimento agli incidenti stradali verificatisi nel 2014 nel nostro Paese, rileviamo che la maggior parte è causata proprio dalla distrazione. Stando ai dati diffusi dall’Aci, il 20,1% dei sinistri è provocato dall'uso del telefonino. Una percentuale che supera, di fatto, quelli riconducibili alla guida in stato di ebbrezza e all’eccessiva velocità.
Si guida e si tiene, in una mano, il cellulare. Per inviare un messaggio ci vogliono circa dieci secondi. Il conducente, quindi, perde di vista la strada per un tratto di 300 metri. Per i selfie, di secondi ce ne vogliono 14. C’è da rabbrividire.
La distrazione è definita dal National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) come “…una deviazione di attenzione dal compito primario, che è quello di guidare, a causa di altre attività visive, cognitive, uditive, o biometriche”.
A nostro avviso, si dovrebbero individuare e porre in essere adeguati accorgimenti (visto che la tecnologia sembra non avere limiti) che non consentano l’utilizzo dello smartphone quando è pericoloso farlo. Il telefono, proprio perché smart e, quindi, “intelligente”, verifica il contesto nel quale è adoperato e, se non ci sono “problemi”, ne permette l’uso. In caso contrario, ne blocca il funzionamento entrando in stand-by ed emettendo, contestualmente, un suono ripetitivo e fastidioso, sulla falsariga di quello che ci assorda quando non indossiamo le cinture di sicurezza della vettura.
L’Onu, che ha dichiarato il 2011-2020 il decennio della sicurezza stradale, rivolge una particolare attenzione al tema. Ben sapendo, tuttavia, che l’incidentalità stradale è causata da tre macro-fattori: l’infrastruttura, il veicolo e l’uomo. Infrastrutture efficienti rendono più sicura la mobilità. I veicoli, inoltre, sono dotati di sistemi di sicurezza e di dispositivi di bordo che (addirittura) interagiscono con l’infrastruttura stessa.
Poi c’è l’uomo. In questo caso, la prevenzione e repressione delle violazioni al Codice della Strada concorre a ridurre il numero dei sinistri ed educa a condotte di guida adeguate. Molto possono fare, comunque, pure le campagne d’informazione e di sensibilizzazione al fenomeno dell’incidentalità. Le strade sono uno “strumento” di sviluppo e conoscenza, di progresso sociale ed economico. E’ bene rammentarlo, in continuazione, ai più distratti.