Strade urbane poco sicure per gli anziani
E' quanto risulta anche da una recente indagine Istat-Aci
Roma, 4 maggio 2016 - Assediati, quotidianamente, dalle macchine. La vita del pedone, come immaginabile, nelle città più o meno smart, non è delle più semplici. A certificarlo sono anche i dati Istat-Aci, anticipati da alcune testate giornalistiche: chi si muove a piedi paga un conto salato sul fronte dell’incidentalità.
Si pensi che il tasso di mortalità di quanti, con i capelli bianchi, sono coinvolti nei sinistri è quattro volte superiore rispetto a chi si trovava in auto al momento dell’impatto. La terza età è nel mirino: dai settanta anni in su, con un picco tra gli ottanta e gli ottantaquattro.
Cause e concause? Le solite, purtroppo. Chi è al volante, sovente, è distratto e, quindi, poco accorto a quello che gli accade attorno. Ci si dimentica, è bene ribadirlo, che l’automobile e le vie di comunicazione vanno “usate” con intelligenza e rispetto. E che la segnaletica, orizzontale e verticale, non è un optional, come qualche buontempone pensa, un di più collocato alla rinfusa per riempire spazi delle metropoli. Certo, è vero, spesso è obsoleta, anacronistica, poco mirata all’evolversi della circolazione. Ma questo è un altro aspetto della questione.
Il pedone, come dicevamo, è un “utente debole” della strada, come chi viaggia sulle due ruote. Più esposto, dunque, per molteplici motivi, ai pericoli. La recente introduzione del reato di omicidio stradale può rappresentare, è l’auspicio di quanti l’hanno sponsorizzato, un ulteriore deterrente per contrastare condotte di guida censurabili. Con la speranza che le campagne di sensibilizzazione alla sicurezza stradale e i corsi di formazione svolti pure nelle scuole, di ogni ordine e grado, incidano, in maniera sostanziale, sui comportamenti dei conducenti.