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Briciole di pane

Stragi del sabato sera, diminuiscono gli incidenti

Le campagne di sensibilizzazione contribuiscono alla conoscenza del fenomeno

Roma, 5 febbraio 2013 - Il 2012 ha registrato una diminuzione delle cosiddette “Stragi del sabato sera”. Stando alle statistiche ultimamente diffuse dall’ASAPS (Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale), si sono verificati 362 incidenti gravi. Il bilancio: 203 morti e 636 feriti. Un tributo di sangue, in ogni modo, sempre elevato. Sono ancora troppi, infatti, quanti perdono la vita sulle strade. Soprattutto i giovani. Nel 2011, in Italia, ci sono state, complessivamente, 3.860 vittime, 972 delle quali (25,1 per cento) con un’età inferiore ai 30 anni. Le ore notturne sono le più insidiose.

L'indice di mortalità, dati Istat, si mantiene superiore alla media giornaliera (1,9 decessi ogni 100 incidenti) per l'arco di tempo che va dalle ore 21 alle ore 7 del mattino, raggiungendo il valore massimo intorno alle 5 (6 decessi ogni 100 incidenti). La domenica ha un indice di mortalità di 2,8 morti per 100 incidenti. Considerando la fascia oraria notturna (quella compresa tra le ore 22 e le ore 6 del mattino), il livello più elevato è raggiunto la domenica (3,8 morti per 100 incidenti), il venerdì e sabato (rispettivamente: 3,6 e 3,5 morti per 100 incidenti). In 7 casi su 10 (69,7%) le vittime sono i conducenti di veicoli, nel 15,3% i passeggeri trasportati e nel 15,1% i pedoni. Tra i conducenti deceduti, i più colpiti sono individui compresi nella fascia di età tra i 20 e i 39 anni.

L'impegno delle Istituzioni e delle Forze dell'Ordine è, sempre e comunque, quello di contrastare il fenomeno dell'incidentalità attraverso la prevenzione (controlli) e la repressione degli illeciti (sanzioni). Nel corso degli anni, inoltre, si è assistito a un largo utilizzo di campagne di sensibilizzazione finalizzate a una guida più accorta e responsabile. Si pensi, ad esempio, alla diffusione della figura del “guidatore designato”. Oppure, a tutti quegli sforzi comunicativi volti a incoraggiare i ragazzi che frequentano discoteche e locali notturni ad assumere comportamenti più prudenti.

È probabile che tale impegno abbia iniziato a fare breccia nella psicologia, determinando una perdita di “valore” di falsi miti quali: la velocità; l’auto potente; il cocktail a elevata gradazione da bere con disinvoltura. Sono argomenti, questi, che possono e devono interessare da vicino gli enti proprietari delle strade, se consapevoli del proprio ruolo. Consapevoli, cioè, dell’assoluta centralità del fattore “uomo” in tutte le attività, anche prettamente tecniche, in quanto causa che, nel cosiddetto “triangolo della sicurezza”, incide in maniera più rilevante rispetto agli altri due “veicolo” e “infrastruttura”.

ANAS, lo rammentiamo, già nel 2003 finanziò uno studio, affidato a un primario istituto di ricerca, sulle componenti psicologiche che entrano in gioco nell’incidente stradale. Per non parlare del suo contributo alla elaborazione di alcune campagne di sicurezza stradale promosse dall’ANIA (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici).

Carlo Sgandurra