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Briciole di pane

Trasporti: diminuiscono nel 2013 gli incidenti ferroviari

Ansf: ancora criticità legate alla manutenzione. Fs: 9 miliardi investiti in tecnologia per la sicurezza e la circolazione ferroviaria

Roma, 7 marzo 2014 – Il paesino di Gimigliano, un centro poco distante da Catanzaro, è stato ieri sera scenario di un incidente ferroviario sulla linea Catanzaro-Cosenza, che ha coinvolto due treni delle Ferrovie della Calabria ed ha lasciato in gravi condizioni due donne, una incinta. Scontri tra vagoni e sicurezza dei passeggeri tornano così sotto la luce dei riflettori con un caso di cronaca, proprio nella stessa giornata in cui l'Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie presenta i dati del suo rapporto annuale.

Numeri che confermano per il 2013 una lieve diminuzione dei sinistri su ferro. Quelli classificati come "gravi" dalle direttive comunitarie, infatti, sono stati 100 rispetto ai 107 del 2012. Questi i dati riferiti alla sola rete gestita da Rete Ferroviaria Italiana (16.700 km) in quanto tutte le altre Ferrovie regionali ex concesse presenti sul territorio nazionale (oltre 3.000 km) non sono ancora sotto il controllo dell’ANSF. Tra le cause principali – secondo l’agenzia – la carenza di manutenzione sia dell’infrastruttura sia del materiale rotabile, che provoca ancora il 35% degli incidenti. Non si fa attendere la risposta del Gruppo Fs: sono stati investiti in tecnologia per la sicurezza e la circolazione ferroviaria – fa sapere l’azienda – circa 9 miliardi di euro negli ultimi anni.

 

 

Il rapporto ANSF sull’“Andamento della sicurezza delle ferrovie nell'anno 2013”

Nel 2013 gli incidenti ferroviari sono lievemente diminuiti. Quelli classificati come “gravi” dalle direttive comunitarie sono stati 100 rispetto ai 107 del 2012. In diminuzione anche gli incidenti totali, ovvero il numero complessivo degli eventi, comprendendo anche quelli non classificati come “gravi”. Calano leggermente anche le vittime e feriti: 62 morti e 34 feriti gravi, rispetto ai 69 e 39 del 2012. Dal confronto internazionale, emerge che i valori di incidentalità, riferiti al periodo 2006 – 2013, sono allineati con quelli registrati nei principali Paesi europei, mentre il dato relativo alle conseguenze, in termini di morti e feriti gravi, permane sopra la media europea.

Il documento, presentato ieri a Firenze, anticipa il Report annuale che, come da obbligo di legge, verrà inviato a settembre al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. “Gli esiti dell’attività ispettiva feriti - ha dichiarato Alberto Chiovelli, direttore dell’ANSF – evidenziano il persistere di non conformità legate alla carenza di manutenzione sia dell’infrastruttura che del materiale rotabile, che rimane ancora la causa del 35% degli incidenti, esclusi gli investimenti di persone. In particolare, sull’infrastruttura si è manifestato un fenomeno preoccupante legato al prolungato non utilizzo di impianti di sicurezza a causa di guasti”. 
E l’agenzia punta il dito: “Questo significa che il sistema deve migliorare: da un lato il Gestore della rete deve completare il processo organizzativo in atto delle proprie strutture preposte alla sicurezza e dall’altro lato alcune imprese ferroviarie devono rafforzare le strutture tecniche dedicate al governo dei processi di sicurezza”.

 

 

Le vittime degli incidenti, la gran parte sono investiti

Anche nel 2013 la maggioranza delle vittime è costituita da persone per lo più estranee allo scenario ferroviario coinvolte in investimenti lungo le linee o ai passaggi a livello (58 morti sui 62 totali). Per contrastare questo fenomeno, l’ANSF, oltre alle richieste fatte agli Operatori ferroviari, ha messo in campo anche un’ampia campagna di sensibilizzazione: quattro concorsi regionali (Toscana, Sicilia, Puglia e Lombardia) rivolti agli studenti degli istituti superiori, due spot di pubblicità progresso e molte manifestazioni di piazza in collaborazione con Polfer, Federazione italiana Pallacanestro e Federazione italiana Rugby.

 

 

I ritardi nella manutenzione della rete

Rimangono alcune criticità legate al gestore dell’infrastruttura e alla manutenzione. In primis, l’ANSF ritiene necessario e urgente un miglioramento del livello organizzativo di RFI per conseguire un “sistema di gestione della sicurezza” in linea con le direttive comunitarie in grado di rafforzare il monitoraggio, la manutenzione, la formazione del personale e di garantire in caso di criticità la tempestiva attuazione di misure di controllo del rischio.

Gli esiti dell’attività ispettiva hanno evidenziato non conformità nel 12% dei controlli effettuati pur se in diminuzione rispetto all’anno precedente. Nei cantieri non si registra alcuna vittima in investimenti, un risultato da attribuire anche alle nuove norme sulla protezione dei cantieri di lavoro emanate dall’Agenzia nel corso del 2012.

 

 

La risposta di RFI

Sulle “carenze manutentive” dell’infrastruttura RFI ha ribadito che le non conformità rilevate sono in diminuzione sia per i deviatoi che per il segnalamento, così come per altri parametri. In particolare, il gestore precisa che il valore del 35% sul totale denunciato dall’ANSF in relazione ai deragliamenti causati da “carenze manutentive”, corrisponde a 2 eventi su un totale di oltre 3 milioni di treni circolati sulla rete di RFI nel 2013.

La chiosa finale arriva sugli investimenti: il Gruppo FS ha investito in tecnologia per la sicurezza e la circolazione ferroviaria circa 9 miliardi di euro negli ultimi anni.

 

 

Il traffico delle merci

Sul fronte internazionale, per ANSF permane una difficoltà nella gestione delle criticità legate al traffico delle merci sia per quanto concerne la mancanza di obbligatorietà delle misure armonizzate a livello europeo già condivise dalla Task Force appositamente istituita presso l’Agenzia europea, sia per quanto riguarda l’assunzione di eventuali misure urgenti, sempre a livello europeo, in caso di incidenti o inconvenienti di esercizio che coinvolgono veicoli adibiti a tale tipo di traffico.

 

 

Le norme sulla sicurezza

L’Agenzia ha ricordato gli importanti obiettivi raggiunti con l’introduzione del divieto di circolazione per i treni non dotati dei sistemi di sicurezza che consentono la protezione della marcia del treno in caso di errore umano, partendo da una situazione che, nel 2008, vedeva circa l’80% di tali impianti funzionanti sull’infrastruttura a maggiore traffico e lo 0% sulla parte a più scarso traffico. Infine, le nuove norme per la sicurezza della circolazione ferroviaria, in vigore dal 1° gennaio 2013, a seguito del riordino di tutte le norme precedenti.

 

 

(Foto Ansa)

 

Manuela Zucchini