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Briciole di pane

Un Paese Ue può sospendere il diritto di guida a stranieri che commettono gravi infrazioni

La decisione della Corte di Giustizia sul ricorso di una cittadina austriaca sanzionata in Germania

Bruxelles, 25 aprile 2015 – Uno Stato membro può impedire la giuda di veicoli a motore a cittadini di un altro Stato, pur muniti di regolare permesso di giuda, se nel proprio territorio il conducente ha commesso un'infrazione che preveda di comminare il divieto di guida.
 

Lo ha stabilito una sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione europea in seguito al ricorso di una cittadina austriaca. La signora Sevda Aykul, in seguito ad un controllo di polizia in Germania, è risultata condurre l'auto sotto l’effetto di cannabis, sostanza stupefacente di cui, quantomeno occasionalmente, faceva uso. Le autorità tedesche hanno quindi ritenuto che non fosse in grado di tenere la guida separata dall’uso di queste sostanze stupefacenti e che fosse pertanto inidonea a guidare veicoli a motore. Le è stato dunque negato il diritto di guidare in Germania con la sua patente di guida austriaca. Il divieto non è perpetuo, la signora ha la possibilità di “riabilitarsi” di fronte alla legge presentando una perizia medico- psicologica subordinata alla prova dell’astinenza da qualsiasi consumo di sostanze stupefacenti per un periodo di un anno.


La signora Aykul, che abita vicino al confine tedesco e che spesso si reca in Germania si è rivolta al Tribunale amministrativo di Sigmaringen per contestare la decisione, sostenendo che solo le autorità austriache erano competenti a stabilire se fosse ancora idonea a guidare veicoli a motore. Dal Tribunale tedesco la questione è finita alla Corte europea, che però ha confermato la decisione.
 

I magistrati europei hanno sostenuto che le norme dell'Unione sulla patente di guida “non ostano a che uno Stato membro, nel cui territorio il titolare di una patente di guida rilasciata da un altro Stato membro temporaneamente soggiorna, rifiuti di riconoscere la validità di tale patente a motivo di un’infrazione che il titolare di quest’ultima ha commesso”.
Per la Corte “obbligare uno Stato membro a riconoscere in maniera incondizionata la validità di una patente di guida sarebbe contrario all’obiettivo d’interesse generale consistente nel migliorare la sicurezza della circolazione stradale”. Per la Corte, inoltre “lo Stato membro che rifiuti di riconoscere la validità di una patente di guida è competente a stabilire i requisiti che il titolare di tale patente deve soddisfare per riacquistare il diritto di guidare nel suo territorio”. Dunque l'unica scelta per la signora è di far certificare da un medico che non usa più cannabis. Almeno per un anno.
 

Lorenzo Robustelli