Uso e abuso di alcol. E le scuse di chi si imbatte nell'etilometro
Le giustificazioni di chi si mette alla guida dopo qualche bicchiere di troppo
Roma, 11 luglio 2013 - Furbate. Che lasciano il tempo che trovano. E che la dicono lunga sui maldestri tentativi di evitare una multa. E’ l’Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale (Asaps), sul proprio sito, a segnalare le più improbabili scuse ideate dagli automobilisti per giustificare valori alcolemici al di sopra di quelli consentiti dalla legge.
La carrellata di giustificazioni è variegata: “Ho utilizzato il colluttorio”; “Non posso soffiare a causa di: enfisema, asma, insufficienza respiratoria”; “Sono diabetico”; “Soffro di acetone”. Insomma, di tutto di più. Tanto è vero che l’Asaps si è impegnata ad aggiornare questa sorta di report sulle, a volte, divertenti spiegazioni addotte dal conducente di turno pizzicato dall’etilometro con tassi oltre quelli consentiti.
Indicative, tra l’altro, di un approccio sbagliato nella condotta di guida e nel rapporto con gli organi pubblici preposti al controllo. I quali, lo rammentiamo, non si identificano semplicemente con la pattuglia di Polizia e Carabinieri ma comprendono, a pieno titolo, anche se non “visibili” dal cittadino comune, gli apparati organizzativi competenti in materia di viabilità. A cominciare dagli Enti proprietari delle strade.
Sì, perché i controlli sul tasso alcolemico rappresentano anche, oggettivamente, un'alterazione alle ordinarie condizioni della circolazione. Alterazione giustificata, ovviamente, da un chiaro fine di superiore utilità collettiva. Che, tuttavia, non potrebbe essere realizzato senza il supporto, diretto o indiretto, del primo responsabile della utilizzazione dell'infrastruttura: l'Ente proprietario, appunto.
Sull’uso e abuso di alcol l’attenzione delle istituzioni è alta. L’Istat ne monitora il trend. Qualche dato e percentuale. Diminuisce la quota di chi consuma solo vino e birra e aumenta quella di chi beve anche aperitivi alcolici, amari e superalcolici. “Rispetto al 2011, diminuisce sia la quota dei consumatori giornalieri non moderati di alcol (dall'8,4% al 7,5%) sia quella degli habitué del binge drinking (dal 7,5% al 6,9%) - rileva l’Istat -. La riduzione si osserva tra gli uomini, che passano dal 13,6% al 12,2% per il consumo giornaliero non moderato e dal 12,2% all'11,1% per il binge drinking”.
Il binge drinking, per chi non lo sapesse, è l'assunzione di più bevande alcoliche in un intervallo di tempo breve. “Tra i giovani di 18-24 anni che frequentano assiduamente le discoteche i comportamenti di consumo di alcol a rischio sono più diffusi (30,5%) rispetto ai coetanei che non vanno in discoteca (8,0%). Stesse differenze si riscontrano tra frequentatori e non di spettacoli sportivi e concerti”.
Atteggiamenti familiari “sopra le righe”, poi, si ripercuotono sui figli. “ Il 17,4% dei ragazzi di 11-17 anni che vivono in famiglie dove almeno un genitore adotta comportamenti a rischio nel consumo di alcol - rileva ancora l’Istituto nazionale di statistica - ha anch'esso abitudini alcoliche non moderate, mentre tale quota scende al 9,2% tra i giovani che vivono con genitori che non bevono o che bevono in maniera moderata”.