Abusivismo edilizio, Legambiente: 26mila immobili illegali nel 2013
Fuorilegge una nuova casa su 10, Campania e Sicilia roccaforti
Roma, 20 febbraio 2014 - "L`abusivismo edilizio rappresenta un`autentica piaga nazionale; prospera indisturbato da decenni e non conosce crisi, nutrendosi di alibi e giustificazioni. Abbiamo occupato le coste, i letti dei fiumi, i pendii delle montagne, senza pensare, non solo al danno paesaggistico, ma nemmeno al pericolo di realizzare case, terrazze, alberghi, scuole, uffici in aree dove non si dovrebbe nemmeno piantare una tenda da campeggio". Così Legambiente, che oggi ha presentato un report sull'abusivismo edilizio, 'L'Italia frana, il Parlamento condona'.
Nel 2013, secondo la stima del Cresme, sarebbero stati costruiti 26mila immobili illegali, tra ampliamenti e nuove costruzioni: oltre il 13% del totale delle nuove costruzioni. “Significa che grosso modo una nuova casa su dieci di quelle sorte nell`ultimo anno è fuorilegge”.
Edilizia illegale, tra demolizioni e condoni
Per l’associazione ambientalista “se il 2013 è stato un anno ricco di demolizioni - anche molto importanti come gli scheletri di Lido Rossello e di Scala dei turchi sulla costa agrigentina ad esempio, rimossi dopo vent`anni di battaglie legali - è stato anche un anno denso di tentativi per approvare in Parlamento un nuovo condono mascherato sotto le forme più diverse. Ma l`ultimo, il ddl Falanga è passato un mese fa al Senato con 189 sì, 61 no e 7 astenuti”.
Realacci: stop condoni abuvismo e favori a ecomafie
"L'allarme lanciato oggi da Legambiente sull'abusivismo edilizio ci ricorda quanto sia urgente affrontare il problema alla radice". Cosi' ha commentato il report Legambiente Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera. Per ristabilire la legalita' e fermare la piaga dell'abusivismo edilizio, "che ha ricoperto il Paese di cemento illegale e foraggia le casse dell'ecomafia" per Realacci "e' necessario dire un chiaro e secco 'No' a nuovi condoni e abbattere senza indugi gli immobili costruiti abusivamente".
"Proprio a questo mira -ha sottolineato Realacci- il disegno di legge che ho presentato a inizio Legislatura, su testo elaborato da Legambiente, per la ricognizione e l'abbattimento degli immobili abusivi. Un disegno di legge che va 'contro corrente'". Il presidente della Commissione Ambiente e Lavori Pubblici della Camera ha quindi ricordato che "tra emendamenti e disegni di legge dal 2010 abbiamo infatti assistito a ben 22 tentativi di riproporre sotto mentite spoglie nuove sanatorie".
"Tentativi -ha aggiunto- rispediti al mittente, che pero' mandano al Paese un pericoloso messaggio di tana libera tutti".
Il solo effetto annuncio dei condoni, ha ribadito Realacci, "fa lievitare il cemento abusivo: nel 2003 genero' ben 40 mila nuove case illegali, con un incremento della produzione abusiva superiore al 41% tra 2003 e 2001".
"E come se non bastasse -ha proseguito- l'abusivismo alimenta una vera e propria filiera del cemento illegale, non a caso l'81% dei Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose in Campania dal 1991 a oggi vede tra le motivazioni un diffuso abusivismo edilizio, speculazioni immobiliari e pratiche di demolizione inevase". In questo quadro, ha osservato, "preoccupa anche il ddl Falanga che, contrariamente alle intenzioni dichiarate, come ha confermato il Procuratore De Chiara rende piu' difficile la lotta contro l'abusivismo edilizio in Campania e per questo andra' radicalmente rivisto dalla Camera dei Deputati, altrimenti posso facilmente prevedere che in questo ramo del Parlamento non passera' mai".
"Sarebbe un importante indice di responsabilita' -ha commentato Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente- approvare la proposta di legge Realacci sulle demolizioni, che giace in attesa di essere calendarizzata alla Camera dal marzo dello scorso anno".
"Il Parlamento italiano -ha detto Cogliati Dezza- darebbe un segno concreto di vicinanza a quanti, sindaci, magistrati, prefetti fanno ogni giorno con onore il proprio mestiere, spesso isolati, osteggiati, minacciati".
Il provvedimento ha come obiettivo quello di integrare e potenziare le previsioni in materia di abusivismo e demolizioni della L.380/2001, accentuando le responsabilita' degli enti locali e inasprendo le sanzioni, anche per i Comuni che non evadono le pratiche di condono edilizio giacenti nei loro uffici tecnici. Un'altra novita' e' rappresentata dalla destinazione, da parte dei Comuni, delle sanzioni amministrative per interventi di riqualificazione urbana.
L’abusivismo regione per regione
Nei dati di Legambiente, la Campania, con i suoi 175mila immobili abusivi, è la regione che vanta il primato nazionale per numero di reati legati al ciclo del cemento illegale nel 2012, con 875 infrazioni accertate dalle Forze dell`ordine nel 2012, il 13,9% del totale nazionale.
Napoli è la prima provincia d`Italia, con 305 infrazioni accertate (il 4,8% del totale nazionale), seguita da Salerno, con 267 (il 4,2%). Una delle zone più colpite è il litorale Domitio-Flegreo. Il fenomeno è così vasto che non ha risparmiato nemmeno l`area archeologica di Pompei, dove nel gennaio del 2013 i carabinieri hanno scoperto 3 villette tirate su senza autorizzazione proprio a ridosso degli scavi. E poi c`è Ischia che, con oltre 600 immobili colpiti da ordine di demolizione determinato da sentenza definitiva, è il simbolo indiscusso del cemento selvaggio.
E` la Sicilia, invece, a guidare la classifica 2013 dell`abusivismo edilizio nelle aree demaniali costiere, con 476 illeciti, 725 persone denunciate e 286 sequestri. Nella regione, ci sono sempre state enormi difficoltà ad applicare la legge che prevede l'acquisizione e la successiva demolizione degli immobili: sono ancora in piedi le circa 5mila case costruite sulla spiagge di Castelvetrano-Selinunte e di Campobello di Mazara (solo una piccola parte delle circa 50mila stimate su tutte le coste siciliane), le 560 case nella zona di massima tutela della Valle dei Templi, le oltre 400 della Riserva della Foce del Simeto a Catania, i circa 360 immobili di Pizzo Sella, la famigerata "collina del disonore" a Palermo, di cui 300 sono scheletri.
Alloggio sociale contro l’abusivismo di necessità
"I tentativi di fermare le ruspe delle Procure - ha dichiarato Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente - affermano l`esigenza di salvare le case fuorilegge in nome di un presunto abusivismo di necessità. Ma questo `abusivismo della povera gente` oggi esiste davvero? Se sì, dove e quante famiglie riguarda e perché non vengono aiutate con l`inserimento nelle graduatorie delle case popolari?
Se la loro situazione è seria, e ancor più aggravata dal fatto di vivere in un edificio che deve essere demolito, i Comuni hanno l`obbligo di provvedere all`assegnazione in via prioritaria di un alloggio sociale. A meno che non si ammetta che dietro questo alibi si celano anche le ville di notai, farmacisti, avvocati, imprenditori, assessori comunali. Ed è difficile immaginare che costoro possano adattarsi alle case popolari".
Contro i condoni
Secondo Legambiente il miglior deterrente al nuovo abusivismo è il ripristino della legalità, "quindi l`abbattimento degli immobili fuorilegge. Viceversa, ogni ipotesi di sanatoria alimenta nuovo cemento, come è successo con i tre condoni edilizi, quelli del 1985, del 1994 e del 2003. Ed è bene ricordarlo: abbattere un immobile abusivo non è una facoltà, ma un preciso obbligo delle amministrazioni comunali, previsto dal Dpr 380/2001, il Testo unico sull`edilizia, una buona legge, purtroppo sostanzialmente disattesa".
Altra situazione anomala, che concorre a rafforzare l`idea che avere costruito una casa illegale in fondo non è così rilevante, riguarda i condoni dimenticati, ossia tutte quelle pratiche di condono edilizio giacenti negli uffici tecnici dei Comuni italiani in attesa di essere esaminate. Sommando i tre condoni (1983, 1994 e 2003) nei capoluoghi di provincia italiani sono state depositate 2.040.544 domande di sanatoria. Di queste, il 41,3% risulta ancora oggi inevaso.
In questo modo sono proposte sul mercato immobiliare, per essere affittate o, addirittura, vendute case che potrebbero, invece, essere destinate all`abbattimento.
Le demolizioni
Accanto alle promesse di sanatoria, inoltre, il nuovo cemento illegale può contare su un altro "incentivo" micidiale: la quasi matematica certezza che l`immobile abusivo non verrà abbattuto. Il rapporto tra ordinanze ed esecuzioni è bassissimo: le demolizioni superano di poco il 10%. La città con il maggior numero di ordinanze di demolizione emesse è Napoli, con 16.837 provvedimenti, che però riesce a portarne a termine solo 710, pari al 4%.
Nel 2013 gli interventi di demolizione edilizia censiti da Legambiente sono 12. Nella quasi totalità dei casi, si tratta di abitazioni private, di ville costruite in riva al mare, ma anche in alcuni casi significativi nelle zone interne, ad esempio nei parchi e nelle aree protette. Molto spesso i sindaci che non demoliscono si trincerano dietro l`alibi economico: la mancanza di denaro per fare fronte alle spese di abbattimento viene posta come prima motivazione per giustificare l`inerzia della pubblica amministrazione.
Ma, a dispetto dei proclami, abbattere non ha costi eccessivi. Soprattutto, bisogna ricordare che la legge parla chiaro: la demolizione deve avvenire a opera del proprietario dell`immobile.