Alluvione Genova: esonda il torrente Bisagno, una vittima. Danni anche alla viabilità
Galletti, non più tollerabili ritardi per la messa in sicurezza. Nello Sblocca Italia ci sono norme per velocizzare le procedure
Roma, 10 ottobre 2014 – Ancora una volta il maltempo mette a rischio territorio e popolazioni. La forte alluvione che si è abbattuta nella notte in Liguria ha fatto esondare a Genova il torrente Bisagno tra Molassana e Brignole. L'acqua ha invaso le strade circostanti trascinando via le auto parcheggiate. Uno scenario apocalittico contro il quale è urgente porre rimedio. Ma non sempre le iniziative a difesa del suolo e sottosuolo riescono ad esser messe in campo con facilità.
Anzi, la voce si alza contro la lungaggine burocratica. E’ Erasmo D'Angelis a lanciare l’allarme affermando che: “la messa in sicurezza di alcune zone del territorio si scontra con un'alluvione di burocrazia”. Il capo di #italiasicura, la struttura di missione di Palazzo Chigi contro il dissesto idrogeologico e lo sviluppo delle infrastrutture idriche, ha spiegato a Sky tg24 che per gli interventi a protezione del fiume Bisagno “ci sono tanti soldi” ma per questioni giudiziarie legate a ricorsi di ditte escluse “i lavori sono bloccati da tre anni su un'opera che salva vite e città”.
I danni di Genova. Lavori sul Bisagno bloccati per ricorsi giudiziari
“Quando abbiamo varato l'unità di missione per il dissesto sapevamo che il Bisagno era, assieme al Sarno e al Seveso, una emergenza assoluta. La tragedia di oggi ci dice una volta di più che non è possibile tollerare ritardi e inefficienze”, ha dichiarato dal suo ministero dell'Ambiente Gian Luca Galletti, specificando che nel decreto Sblocca Italia ci sono “norme che consentono di velocizzare le procedure amministrative sulle opere strategiche per la messa in sicurezza del territorio”.
Un’alluvione, quella di Genova, che è fotocopia di quanto avvenuto nel 2011, come ha ricordato lo stesso Galletti: “Genova ripete oggi con un'altra vittima, il lutto di tre anni fa” che aveva contato 6 morti. “E' doloroso ripetere che questi cantieri devono partire, partire subito, e partire con decisione estrema, trasparenza estrema, velocità estrema”, ha continuato il ministro dell'Ambiente ribadendo che “il dissesto idrogeologico non aspetta i tempi dei contenziosi amministrativi, uccide e travolge”.
I lavori per la messa in sicurezza del Bisagno, con 35 milioni già stanziati e pronti da spendere, sono rimasti bloccati per tre anni a causa di un contenzioso presso la giustizia amministrativa. “Il risultato è che forse alla fine, nel luglio scorso, la questione giuridica è stata risolta - ha detto Galletti -, ma intanto contiamo un'altra vittima e altri ingenti danni”.
I danni sulle strade e la viabilità
L’alluvione ha provocato danni anche alle strade della Liguria fino ai confini con l’Emilia Romagna. Il versante interessato è quello della statale 45 “di Val Trebbia” nei comuni di Torriglia e di Montebruno, in provincia di Genova. A causa degli alberi caduti sulla carreggiata stradale, nel corso della notte il tratto stradale è stato chiuso al traffico e in mattinata riaperto a senso unico alternato.
Senso unico alternato regolato da semaforo sulla stessa statale 45 anche nel comune di Ottone, in provincia di Piacenza, per lo smottamento della scarpata. Immediatamente le squadre dell’Anas, che ha competenza sulla statale, sono intervenute sui punti critici per ripristinare le condizioni di transitabilità nel più breve tempo possibile.
I casi in Italia di rischio idrogeologico, lavori bloccati su altri fiumi
Sempre a causa di conflitti legali "sono bloccati lavori per 247 milioni per mettere in sicurezza il fiume Sarno, che nel 1998 provocò 160 morti, e 41 milioni per il Tagliamento", secondo i dati riferiti dal capo di #italiasicura, Erasmo D'Angelis. Con la riforma del codice degli appalti deve essere previsto che "per quelle opere che salvano vite umane - ha detto D'Angelis - quando c'e' l'aggiudicazione i lavori devono partire e che non siano bloccati per eventuali ricorsi. Alla fine del contenzioso potrà invece essere prevista una compensazione economica".
Sono stati sbloccati e dovrebbero partire a breve, invece, i lavori per i fiumi Seveso (50 milioni disponibili su un totale di 120) e Arno (24 milioni disponibili su 180). "Il governo è impegnato a trovare i fondi" per il completamento delle opere, ha aggiunto il capo della missione #italiasicura rilevando che "con lo Sblocca Italia è stato aperto un fondo in cui ci sono ora 110 milioni di euro per la difesa delle aree metropolitane a rischio. Risorse che vanno ad aggiungersi a 2,5 miliardi non spesi per opere varie contro il dissesto idrogeologico. Due miliardi saranno impiegati entro i primi mesi del 2015".