Approvata a Strasburgo la nuova direttiva per la Valutazione Impatto Ambientale
Saranno considerati fattori quali biodiversità e cambiamento climatico. Stop ai conflitti d'interesse

Bruxelles, 13 marzo 2014 - Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva la nuova direttiva Ue per la Valutazione Impatto Ambientale (Via). Le nuove regole, passate in Aula con 528 voti a favore, 135 contrari e 15 astenuti, ora attendono solo l'ok del Consiglio Ue, ma non sono previste sorprese. Riguarderà circa 200 tipi di progetti fra cui ponti, porti, autostrade e allevamenti intensivi di suini e pollame. “Dopo 30 anni finalmente arrivano standard in grado di rispondere alle sfide ambientali moderne. Tutela della biodiversità, lotta al conflitto d’interessi, accesso del pubblico all’informazione ambientale, valutazione dei rischi per la salute sono state le mie priorità”, ha dichiarato il relatore del testo, l’eurodeputato Andrea Zanoni (Pd/Alde).
La direttiva si applicherà sia a progetti pubblici che privati e stabilisce criteri su quali informazioni dovranno essere presentate alle autorità nazionali per ottenere l’approvazione. Le valutazioni dovranno tener conto di nuovi fattori ambientali quali la biodiversità e il cambiamento climatico. Le nuove norme inoltre prevedono metodi di valutazione più chiara, puntano a una maggiore trasparenza nella procedura e a facilitare la partecipazione pubblica grazie alla creazione di un portale web centrale e comprendono regole più forti per prevenire i conflitti di interesse e per limitare le esenzioni.
Tra le altre principali novità della direttiva, spiega il relatore, “anche una forte limitazione della possibilità di ricorrere a deroghe, norme contro il 'salami slicing' ovvero la valutazione a pezzi di uno stesso progetto, i cambiamenti idromorfologici, o la valutazione del rischio”.
I progetti pubblici e privati dovranno “prendere in considerazione il territorio e limitare il loro impatto, per quanto riguarda in particolare la sottrazione di territorio e di suolo, facendo riferimento inoltre alla componente organica, all'erosione, alla compattazione e all'impermeabilizzazione” si legge nel testo. La direttiva include anche regole di tipo paesaggistico affermando che “per meglio preservare il patrimonio storico e culturale e il paesaggio, è importante tener conto, nelle valutazioni d'impatto ambientale, dell'impatto visivo dei progetti, ossia del cambiamento di aspetto o di visuale del paesaggio edificato o naturale e delle zone urbane”.
Per garantire maggiore obiettività nelle valutazioni degli Stati, soprattutto quando si tratta di progetti pubblici, sarà obbligatorio operare una “separazione funzionale” tra l’autorità competente sulle valutazioni e il promotore del progetto. Il testo recita infatti che “qualora l'autorità competente coincida con il committente, è opportuno che, nell'ambito della propria organizzazione delle competenze amministrative, gli Stati membri provvedano almeno a separare in maniera appropriata le funzioni confliggenti”.
Unica nota stonata del testo, dal punto di vista dei deputati, è che nonostante le richieste del Parlamento a causa del veto in Consiglio di alcuni Paesi come la Gran Bretagna, non ci saranno le valutazioni di impatto ambientale obbligatorie per l’estrazione e l’esplorazione di shale gas, il gas di scisto. Tuttavia se gli Stati membri riterranno che non è necessaria alcuna valutazione dovranno però indicare le ragioni di questa scelta.
“L’unico rammarico consiste nell’ostruzionismo fatto in sede di negoziati dal Consiglio per quanto riguarda l’obbligatorietà della valutazione di impatto ambientale di tutti gli impianti di estrazione ed esplorazione del gas di scisto (shale gas)” ha ammesso Zanoni, che si è detto comunque convinto che “le molte modifiche apportate miglioreranno sensibilmente la direttiva attualmente vigente ormai datata e inadatta a rispondere alle sfide ambientali moderne, così come ritengono le principali associazioni ambientaliste europee”.