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Briciole di pane

Bioedilizia, in un futuro non troppo lontano vivremo in una casa-fungo

Uno studio europeo di "architettura organica" esplora la possibilità di vivere in case fatte di funghi, rendendo l'edilizia meno dipendente dai combustibili fossili o da operazioni di estrazione dannose per l'ambiente

Legno e cemento potrebbero diventare materiali di un lontano passato: l’intera citta, dalle scuole ai negozi, agli ospedali, potrebbe essere in edifici fatti da funghi. La proposta, finanziata dall’Unione europea con 2,8 milioni di euro, si chiama Fungar, ovvero Architettura fungina, e ha riunito esperti di architettura, computer e micologia delle Università di Bristol e Utrecht, in collaborazione con KADK, la  Royal Danish Academy of Fine Arts Schools of Architecture, Design and Conservation e anche di Mogu, un’azienda italiana che produce pannelli acustici, pavimenti e altri supporti formati con materiale fungino.

Il progetto nasce per studiare la possibilità di trovare un materiale edile rivoluzionario in grado di reagire ai cambiamenti di luce, aria, temperatura e inquinanti.I ricercatori puntano a “sviluppare un substrato strutturale utilizzando micelio fungino vivo, funzionalizzare il substrato con nanoparticelle e polimeri per creare un'elettronica a base di micelio, implementare la fusione sensoriale e il processo decisionale nell'elettronica fungina e per far crescere edifici monolitici dal substrato fungino funzionalizzato. Gli edifici fungini si auto-sviluppano, costruiscono e si riparano da soli in base al substrato fornito, usano l'adattamento naturale all'ambiente”.

Questo significherebbe ricavare i nostri edifici da materiali biologici, rendendo l’edilizia meno dipendente dai combustibili fossili e dalle operazioni di estrazione dannose per l’ambiente. L’architettura fungina non è una idea completamente nuova: altri gruppi di ricerca avevano esplorato l’idea di coltivare materiali edili dal micelio e anche da altre materie viventi.

Anche la Nasa sta testando l’architettura fungina sulla Luna e su Marte dove ha inviato delle spore dormienti di micete con lo scopo di creare un ciclo costruttivo vitale che cresca e si riproduca. Qualche anno, fa l’azienda americana Ecovative aveva realizzato un isolante a base di micelio di funghi da utilizzare nella coibentazione delle strutture in legno, una sorprendente alternativa green alle schiume plastiche.

Ma finora, dicono gli esperti autori del nuovo studio, nessun altro aveva esplorato la possibilità di costruire strutture monolitiche da funghi viventi. econdo il progetto Fungar, sarà possibile farlo realizzando abitazioni composte da organismi viventi, che come i funghi nascono, si rigenerano e muoiono. Il substrato non servirebbe solo per costruire ma diventerebbe intelligente; verrebbe reso più funzionale con l’aggiunta di nanoparticelle, polimeri e circuiti elettronici che lo renderebbero un tessuto bio elettrico in grado di dialogare e di fornire alcune informazioni, per esempio le variazioni di temperatura, a un computer. Il fungo resta vivo e può essere via via ringiovanito, fatto diventare più grande, ripararsi o modificarsi. La casa in cui abiteremo non sarà quindi più solo qualcosa che ci ospita, ma un nido che vive insieme a noi.

Irene Anna Leone