Cerasa: “Raccontiamo il bello dell’Italia e continueremo a farlo”
Intervista a Giuseppe Cerasa, Direttore delle Guide di Repubblica

Come nasce il progetto delle Guide di Repubblica?
Nasce dalla necessità di raccontare le bellezze dell’Italia, molto spesso trascurate dalle cronache dei quotidiani, che ovviamente fanno dei focus molto particolari sulle criticità dei territori dell’Italia e del mondo. Il nostro obiettivo è invece quello di ridare voce a ogni angolo del Paese per mostrare le sue bellezze e la propria identità, i “gioielli tenuti in cassaforte”. Vogliamo raccontare il meglio che c’è nel belpaese: molto spesso capita che queste guide, che sono sia nazionali che territoriali, sorprendono anche chi abita in quei territori che raccontiamo facendogli scoprire dettagli che prima non conosceva. Lo stile di racconto è quello del magazine e questo ci ha permesso di superare il tema dei giudizi e dei voti: non incaselliamo i contenuti all’interno di stelle, semplicemente raccontiamo storie e personaggi e questo modello è stato premiato perché è la gente che autonomamente costruisce un proprio giudizio, e quindi, sceglie.
Quali sono stati i criteri di scelta degli itinerari per le guide “Italia in moto” e “Italia in bici”?
La rete gestita da Anas è una delle strutture più capillari che esistono nel Paese. Andare al di là del tema della comunicazione stradale, sic et simpliciter, è quello di far capire cosa si può avere quando si attraversa un territorio in termini di storia, letteratura, gusto, cucina, personaggi, negozi, prodotti: una sfida di cui Anas ha percepito la bellezza e quindi grazie al suo aiuto abbiamo umanizzato quello che non era umanizzabile, ovvero una lunga scia di asfalto per migliaia di chilometri e abbiamo dato anima a una cosa che anima non ha, il bitume, facendo il collegamento tra tutte le stazioni del bello che esistono in Italia. Noi ci aspettiamo molto da “Italia in bici” che è appena uscita e che sicuramente avrà un grandissimo successo.
Spesso nelle vostre guide suggerite itinerari adatti a uno specifico mezzo di trasporto, questa volta la protagonista è la bicicletta. Quanto incide la scelta del mezzo sull’itinerario di chi si mette in viaggio?
Non è un caso che la bicicletta arrivi quest’anno perché abbiamo passato tutto il periodo di lockdown a parlare di mobilità alternative. In questo contesto, sono entrati anche i monopattini, che hanno modificato il paesaggio urbano cambiando la scenografia delle città, dove li troviamo abbandonati in ogni angolo e in modo selvaggio. La bicicletta invece è nel dna degli italiani, la si usa dovunque ed in qualsiasi scenario. E sempre utilizzando la rete stradale messa a disposizione di tutti i cittadini da Anas, la bici può servire da collegamento fra tutte le risorse e ricchezze del nostro Paese. Andando in bicicletta ci si può fermare, ammirare paesaggi straordinari, fermarsi in una chiesa o in una trattoria: qualsiasi altro strumento di movimento probabilmente non riuscirebbe a cogliere con altrettanta capillarità la bellezza del territorio con la stessa capacità riflessiva di questo mezzo e della sua modalità “stop and go”. Per questo, abbiamo scelto itinerari semplici e alla portata di tutti che collegano queste ideali “stazioni” di bellezza del nostro territorio. Abbiamo scelto itinerari più capillari anche perché la rete di Anas arriva nel cuore di ogni regione e di ogni provincia d’Italia, certo abbiamo dovuto fare una selezione del meglio del meglio del meglio. Chiaramente non c’è tutta l’Italia o tutte le statali, ma sono rappresentate tutte le regioni attraverso la scelta di due o tre itinerari e abbiamo venti testimonial legati alla bicicletta fra cui i campioni del ciclismo, Francesco Moser e Vincenzo Nibali, artisti, industriali e uomini di sport come Veronica Pivetti, Alessandro Benetton, Roberto Mancini, commissario tecnico della nazionale di calcio. Abbiamo attori, registi, intellettuali che raccontano tutte le emozioni che provano andando in bicicletta e ci svelano i loro posti segreti, i loro posti più amati.
La pandemia da Covid-19 che ci ha impedito di viaggiare ha influenzato i vostri suggerimenti di itinerari?
La pandemia è servita ad affinare le proposte che noi facciamo, tutte molto mirate al distanziamento anti-Covid, ad un turismo intelligente, in fuga dalle masse “barbariche”, che un tempo affollavano ogni metro quadrato. Noi ragioniamo su guide che permettono di fare scelte di natura, di distanziamento, di bellezza. L’esperimento più bello, con la guida “Italia in bici”, ci consente di dire che c’è un’Italia a portata di mano: usate la bicicletta e scopritela bene.
Oggi si fa sempre più attenzione all’impatto che ciascuno di noi rilascia nell’ambiente. Secondo lei in futuro si opterà sempre di più verso un turismo di prossimità in treno, con l’auto elettrica o addirittura in bici al posto di quello a lunga percorrenza in aereo?
Il mito del viaggio esotico negli ultimi quarant’anni è stato talmente pompato che aveva già stancato prima della pandemia. Scoprire quindi che c’è un’Italia della porta accanto che può essere utilizzata con tutti i mezzi alternativi ed ecologici, che rispettano la natura, certamente è una tendenza che è appena cominciata ad esplodere, ma è destinata a segnare le vacanze dei prossimi anni. Su questo non credo ci siano dubbi.
Uno studio dell’Anfia ha rilevato che nel primo trimestre dell’anno le immatricolazione delle auto ad alimentazione alternativa ha registrato un incremento del 90%. Le strutture turistiche (alberghi, aree di sosta, ristoranti) si stanno adeguando alla sempre maggiore richiesta di infrastrutture di ricarica?
Le strutture turistiche ci stanno provando anche se non è semplice. Le colonnine si trovano, ma impiegano troppo tempo a ricaricare le auto e in città è un problema. Alla giusta spinta della casa automobilistica produttrice deve esserci anche una risposta dei gestori dell’energia per poterlo fare in maniera capillare perché altrimenti è un cerchio che non si chiude mai.
Quali sono i prossimi progetti a cui state lavorando?
Da qui a fine anno abbiamo trenta guide in uscita e sono guide che raccontano il territorio: ce ne sarà una all’inizio di agosto sul Lago Trasimeno, una in autunno sugli oli del Lazio, un’altra poi sui cammini della Sicilia, un’altra sulle Marche, un’altra ancora - per noi importantissima - sul fiume Po che abbiamo diviso in tre parti, una trilogia che spiega come il più grade fiume italiano generi ricchezza, ma caratterizza e condiziona anche l’ambiente. Proseguiamo con una guida sulle Cinque Terre, una sul mare della Liguria, un’altra sui cammini del Piemonte. Stiamo cercando di continuare a raccontare il bello dell’Italia e continueremo a farlo nel 2022, anche grazie all’aiuto di Anas che ha sempre creduto in noi e nei nostri progetti e ci ha sempre sostenuto con la sua capacità di guardare avanti avendo come obiettivo quello di raccontare il bello dell’Italia. Anche nel 2022 le soprese non mancheranno e credo che riusciremo a portare avanti un bellissimo progetto con Anas.