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Briciole di pane

In città a 30 km/h. Olbia fa da apripista, unica città italiana ad abbassare il limite di velocità urbano

Aumentare la sicurezza stradale e consolidare un nuovo concetto di mobilità ecosostenibile, questi gli obiettivi

Un’idea espressa 20 anni fa dall’urbanista svizzera Lydia Bonanomi che scrisse il manuale  “Zona 30, gente contenta”, progetto diventato oggi un punto di riferimento dell’urbanismo moderno e fatto proprio dalle amministrazioni comunali di varie città europee. Parigi, Barcellona, Madrid, Bilbao, Lipsia. Sono queste alcune delle comunità che hanno abbassato il limite nella loro area urbana da 50 a 30 chilometri orari. Una importante misura che riesce a raggiungere diversi obiettivi - aumento della sicurezza stradale, contenimento dell’inquinamento atmosferico e acustico, miglioramento della vivibilità urbana -  e che si sta diffondendo rapidamente in tutta Europa.


Andare piano serve? La risposta è sì a guardare i dati di Helsinki, città a 30 km/h. Dal 1992 l’amministrazione  ha infatti  adottato una politica di riduzione dei limiti di velocità nei centri abitati per incoraggiare una migliore sicurezza stradale. Ma la capitale finlandese ha scelto di andare ancora oltre, riducendo a zero i decessi stradali di pedoni e ciclisti, obiettivo raggiunto nel 2020, anno in cui i pedoni morti in incidenti stradali erano pari a zero (nel 1970 erano 50). 


In Italia  l’architetto Matteo Dondé è stato il primo a ideare e sperimentare dei progetti di “Città 30” che impongono di limitare la velocità delle auto a 30 km/h nelle zone urbane. Le sue ultime sperimentazioni del cosiddetto “urbanismo tattico” hanno avuto luogo a Milano, i precedenti a Terni e a Casalmaggiore. 
«Uno dei vantaggi della limitazione di velocità, oltre a quello fondamentale della riduzione dell'incidentalità, è che consente di ridurre lo spazio dedicato all'automobile a favore di usi più ricchi della strada, che è il luogo pubblico di vita e socialità per eccellenza delle nostre città. Vuol dire una distribuzione più equa dello spazio pubblico, quella che Gil Peñalosa chiama 'democrazia dello spazio pubblico'. Vuol dire avere marciapiedi più ampi, filari di alberi e nuove aree verdi, depavimentare per rendere più permeabile il suolo delle nostre città, creare spazi per il gioco dei bambini. Significa anche aumentare il numero di sedute e tavolini pubblici, come ad esempio a Portland, dove tutti si possono sedere gratuitamente creando nuovi luoghi di socialità», spiega Dondè in un'intervista a RSI, la Radiotelevisione Svizzera Italiana. 
«Oggi non dovremmo parlare di nuove infrastrutture ma di città 30  che ci consentano di vivere la strada in sicurezza anche se i sindaci sensibili a questo tema sono pochi» continua Dondè.


L’unica città 30 in Italia è Olbia. Risale ad un anno fa ormai l’ordinanza con la quale il capoluogo gallurese ha adottato questo schema sulle strade urbane, una scelta in linea con quelle di città importanti a livello nazionale ed europeo. Non è stato facile per i cittadini adeguarsi ed infatti, in seguito alle numerose segnalazioni di infrazioni, il sindaco ha deciso di implementare la cartellonistica che segnala il limite dei 30 km/h. Oggi oltre alle sanzioni pecuniarie per chi non rispetta i limiti di velocità, è previsto il ritiro della patente per chi supera i 40 km/h.
 

Giovanna Genovese