Claudio Andrea Gemme: “Stiamo ridefinendo in chiave sostenibile le strade degli italiani”
Intervista al Presidente di Anas - di G.M. Rita Pofi

Il comparto della mobilità ha un ruolo cruciale nella transizione verso un futuro sostenibile sia nei modelli di vita sociale che economica. Scopriamo nel dettaglio l’impegno di Anas con il suo Presidente, Claudio Andrea Gemme.
Le tematiche “green” sono ormai parte del dna di Anas. Come può una grande stazione appaltante essere allo stesso tempo sostenibile?
Sostenibilità, tecnologia, sicurezza. Questi sono i driver attraverso cui si sviluppa l’attività di Anas, società del Gruppo FS Italiane, che si occupa di realizzare nuove opere e garantire la continuità territoriale del Paese attraverso gli oltre 32mila chilometri di rete stradale e autostradale che gestisce e manutiene. Negli ultimi anni, grazie a un cospicuo incremento della spesa in attività di manutenzione programmata, abbiamo migliorato in modo significativo le condizioni della rete infrastrutturale stradale. E nel futuro potenzieremo ulteriormente questa attività, strettamente connessa allo sviluppo della sostenibilità. Un tema che, come sta sottolineando il Governo con le sue azioni, è fondamentale per la ripresa economica del Paese. Per le aziende lo sviluppo sostenibile è foriero di grandi opportunità, è ormai codificato come un investimento che porta benefici in termini di produttività. Inoltre imprese di grandi dimensioni come la nostra possono essere trainanti per tutta la filiera interessata.
La Sostenibilità delle infrastrutture ha molte declinazioni che vanno dalla salvaguardia ambientale al miglioramento della qualità della vita di chi le vive quotidianamente. Cosa sta facendo Anas?
Il tema affascinante della sostenibilità è che le varie declinazioni che la compongono sono strettamente interconnesse fra loro. Ad esempio investendo sui sistemi di illuminazione delle strade, Anas può ridurre i consumi energetici, impiegare energia green, potenziare la sicurezza dei viaggiatori, sviluppare e promuovere il know how della filiera. Si tratta quindi di impatti positivi che riguardano contestualmente l’ambiente, la sicurezza stradale, l’economia, la qualità della vita. Molti nostri progetti sono nati con questi obiettivi, come il piano Greenlight. Con un investimento di 30 milioni per la sostituzione dei corpi illuminanti con sistemi tecnologicamente più efficenti, abbiamo abbattuto i consumi energetici per dar luce alle le nostre gallerie, attivato risparmi in termini di emissioni di CO2, di circa 1.000.000 Kg e di oltre 2 milioni di euro dal punto di vista economico, migliorato sensibilmente la sicurezza stradale grazie al miglioramento della visibilità. In questo settore siamo andati oltre con un altro progetto, testato con successo sul Grande Raccordo Anulare di Roma, che garantisce tramite software dedicati una regolazione “punto punto” del flusso luminoso, attraverso una tecnologia wireless di ultima generazione, una connettività della famiglia bluetooth che permette un uso efficiente dell’illuminazione unitamente ad un potenziamento della sicurezza e del comfort di guida.
Ha accennato al ricorso di energia green, ci spieghi meglio
Per consolidare il nostro percorso verso la sostenibilità, abbiamo accelerato il processo di de-carbonizzazione previsto dall’Unione Europea per il 2050. Ormai utilizziamo solo energia sostenibile, rinnovabile e pulita per tutte le nostre attività. Tramite una Convenzione Consip, abbiamo acquistato tutto lo stock disponibile di energia pulita per le sedi di lavoro, per le gallerie e per l’illuminazione lungo la nostra rete stradale e autostradale. Tradotto in cifre: con la fornitura annuale degli oltre 3.800 punti di prelievo, per un consumo di circa 380mila MWh all’anno, l’azienda eliminerà oltre 100mila tonnellate di CO2, con un forte impatto positivo multisettoriale.
Come può migliorare la qualità della vita di chi vive intorno alle infrastrutture viarie?
Contenere le emissioni acustiche del traffico rappresenta un elemento determinante per miglioramento della qualità della vita degli utenti e dei residenti in prossimità delle strade ad alta percorrenza. In questo ambito Anas controlla l’inquinamento acustico quantificando sistematicamente i livelli di esposizione, sia in risposta a richieste di verifica da parte di singoli cittadini, sia su segnalazione da parte delle autorità locali. Con l’obiettivo di rendere organica e strutturata questa attività abbiamo avviato un progetto ambizioso, Dynamap, finanziato con il contributo dell’Unione Europea, con il quale vogliamo creare una mappatura acustica della rete stradale in tempo reale tramite l’installazione di dispositivi intelligenti in grado di rilevare e rappresentare la rumorosità generata dalle infrastrutture stradali. Inoltre è tuttora operativo un progetto di Anas sulle barriere antirumore, inserito nell’ambito delle attività di risanamento acustico previste dal Piano di Contenimento ed Abbattimento del Rumore (PCAR) elaborato nel 2013, in conformità con quanto stabilito dalla legislazione nazionale e dalla Direttiva Europea sul rumore ambientale.
Oltre a sviluppare piani per la sostenibilità della rete, vi siete posti in tema di come agevolare la mobilità sostenibile dei vostri utenti?
Il nostro ruolo di grande gestore di rete ci impone l’adozione di misure volte a sviluppare la mobilità sostenibile lungo le strade. In questo senso abbiamo pubblicato bandi di gara per l’affidamento delle concessioni per aree di servizio che prevedono colonnine di ricarica elettrica veloce sui nostri principali assi viari: sulla A2 ‘Autostrada del Mediterraneo’, sulla A19 ‘Palermo-Catania’ e in 10 aree di servizio lungo le autostrade A90 ‘Grande Raccordo Anulare di Roma’ e A91 ‘Autostrada Roma-Aeroporto di Fiumicino’. Nell’ambito del piano Smart road Anas, abbiamo previsto la realizzazione lungo il tracciato, all’incirca ogni 30 km, di apposite aree denominate Green Island in cui verrà prodotta energia elettrica rinnovabile. Oltre ad alimentare tutti gli impianti della struttura, serviranno ricaricare droni per il monitoraggio e le ispezioni di opere civili strategiche e per utilizzare gli stessi per una sorveglianza continua della strada stessa anche a fini di pubblica sicurezza. In aggiunta.
Non c’è solo la mobilità con veicoli elettrici
Anas è impegnata per favorire la cultura e il turismo attraverso le infrastrutture stradali. Di fatto la strada, non è un mero luogo di transito ma un’opera attraverso cui accedere, apprezzare e riscoprire i territori del nostro Paese. Anche attraverso la promozione della mobilità dolce e di un turismo slow, forme di mobilità a basso impatto in grado di generare ricadute positive sul tessuto economico locale in un'ottica di sostenibilità. E nell’ambito della valorizzazione turistica si inserisce il nostro bando per l’assegnazione di 100 case cantoniere. Attraverso il recupero di questi edifici dal rilevante valore iconico vogliamo incentivare un modello di sviluppo sostenibile in termini ambientali e socio economici per i territori dove sono ubicati, rivitalizzando l’economia locale ed i suoi microsistemi industriali, puntando a un turismo diffuso di qualità, oltre ad offrire all’utenza della strada quanti più servizi possibili. Prevediamo infatti di realizzare nelle case cantoniere, sulla base delle proposte imprenditoriali e in funzione della localizzazione e della consistenza, un’attività ricettiva di qualità e funzioni complementari come ristorazione, bar o punti di ristoro, centri informativi e didattici, iniziative per lo sviluppo dell’e-mobility, ricariche elettriche, ciclo-officine, ciclo-stazioni, ecc. In ultima sintesi restituendo una nuova dimensione a questo patrimonio architettonico che da un secolo testimonia la storia e l’evoluzione del nostro Paese.
Sostenibilità significa anche nuove tecnologie
La strada sta cambiando pelle, con l’automobilista al centro di un sistema multimodale ed integrato. Anas, in questa nuova stagione di metamorfosi digitale delle infrastrutture, è protagonista con un suo progetto che coniuga innovazione tecnologica, sicurezza stradale, sostenibilità ambientale: Smart Road. Con grande anticipo in Europa, abbiamo scelto di investire in questa tecnologia propedeutica allo sviluppo della Smart Mobility e ai futuri scenari di guida autonoma dei veicoli. Il progetto si basa su una complessa piattaforma digitale che si articola sulla rete stradale come un ‘sistema nervoso’ con il supporto delle tecnologie più avanzate. Di fatto la strada sarà attrezzata con tecnologie avanzate che consentiranno lo scambio di informazioni infrastruttura-utenti e il dialogo fra gli utenti. Un progetto importante. L’investimento complessivo del programma Smart Road Anas è di 1 miliardo di euro ed è in corso una prima fase con un investimento di circa 250 milioni euro che riguarda alcuni dei più importanti assi strategici del Paese: l’itinerario E45-E55 ‘Orte-Mestre’, in Veneto la statale 51 “di Alemagna”, in Sicilia la Tangenziale di Catania e la A19 ‘Autostrada Palermo-Catania’, nel Lazio le autostrade A90 ‘Grande Raccordo Anulare di Roma’, A91 ‘Autostrada Roma-Aeroporto di Fiumicino’ e la A2 ‘Autostrada del Mediterraneo’. In particolare, a febbraio scorso, nell’ambito dei Mondiali di Sci Cortina 2021, abbiamo presentato in anteprima mondiale la prima sperimentazione che ha riguardato la strada statale 51 “di Alemagna”. La smart road è una strada sostenibile grazie a tecnologie e infrastrutture con un basso impatto ambientale. Infatti lungo il tragitto, all’incirca ogni 20/30 Km, saranno ubicate le Green Island, cui ho accennato in precedenza. Una strada sostenibile anche in termini di sicurezza, perché grazie a queste tecnologie, sarà possibile perseguire gli obiettivi di riduzione dell’incidentalità, di maggior comfort di viaggio nonché migliorare le condizioni di traffico e gestire gli eventi straordinari più critici.
Il nostro Paese ha una storia millenaria che spesso è portata alla luce in occasione di realizzazioni di nuove opere infrastrutturali. Tenuto conto che la sostenibilità si declina anche sulla preservazione dei reperti archeologici, come affronta Anas questo delicato tema?
Le società infrastrutturali del Gruppo FS Italiane, con i lavori di potenziamento delle reti trasportistiche ferroviarie e stradali del Paese, portano alla luce uno straordinario patrimonio storico-archeologico. Riqualificare e valorizzare i reperti archeologici scoperti, offrendo di fatto un contributo diretto alla promozione del territorio e della cultura italiana, sono state le motivazioni che hanno portato alla nascita di Archeolog, la prima associazione Onlus dall’alto valore scientifico, costituita da Anas, Quadrilatero Marche Umbria, RFI ed Italferr. Tra i suoi scopi, reperire i fondi necessari per restaurare, conservare e restituire al Paese le testimonianze archeologiche rinvenute. Inoltre, nell’ambito della gestione dei lavori, Anas ha introdotto una innovativa figura, il cosiddetto ‘archeologo di cantiere’: un profilo professionale altamente specializzato capace di assicurare il monitoraggio dei lavori sul campo sotto la supervisione della stazione appaltante dei lavori. La presenza di professionalità specifiche per la disciplina archeologica all’interno di Anas intende facilitare il processo di risoluzione dell’interferenza archeologica grazie alla gestione unificata dei rapporti e dei processi tra le Istituzioni coinvolte e sarà possibile coniugare riduzione dei costi, tutela del patrimonio, contenimento temporale dell’intervento archeologico.
L’Italia ha uno straordinario paesaggio che va tutelato mediando con la necessità di potenziare le infrastrutture. In che modo Anas cerca di attenuarne l’impatto?
La mitigazione paesaggistica è uno degli ambiti dove stiamo intervenendo in maniera più decisa. Siamo consci di lavorare in un ambiente regolato da equilibri sempre più delicati proiettato in un futuro che, specie in un Paese come il nostro, deve tener conto delle evidenti tracce del passato. Tutta la nostra attività operativa contempla interventi di mitigazione degli impatti visivi, acustici, fisici, funzionali e di raccordo con il verde presente lungo il margine delle nostre strade. Così come è necessario integrare le opere d’arte e le aree di svincolo con i luoghi esterni al tracciato ma contigui dal punto di vista territoriale e visivo.
L’esempio è il modo migliore per trasmettere un insegnamento. In ambito aziendale quale è l’impegno di Anas?
Credo che le innovazioni sostenibili portino benefici non solo all’ambiente ma in primo luogo anche all’azienda stessa e ai suoi dipendenti. Inoltre le aziende devono integrare la sostenibilità sociale e ambientale della propria supply chain. In questo senso, come società operativa del Gruppo Fs Italiane, stiamo lavorando all’introduzione di linee guida, che prevedono nei contratti con i fornitori, l’implementazione di un alto livello di sostenibilità delle loro catene di approvvigionamento.