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Briciole di pane

Dalla smart city alla “città della longevità”, l’intelligenza artificiale per la salute degli abitanti

Verde urbano, biotecnologie e AI al servizio di un nuovo concetto di città: spazi progettati per migliorare la qualità e la durata della vita

Un innovativo approccio e un nuovo modo di pensare le città in cui a fare la differenza non sono soltanto le strutture architettoniche ma un uso pionieristico dell’intelligenza artificiale per monitorare, prevedere e migliorare la salute degli abitanti. Le città non più con semplici abitazioni ma ambienti dinamici che prevengono malattie, riducono lo stress e favoriscono una longevità attiva. 
Con queste caratteristiche Dubai si prepara a inaugurare la prossima rivoluzione immobiliare: comunità progettate per la longevità, ecosistemi residenziali in cui ogni aspetto della vita quotidiana viene ottimizzato per il benessere e la durata della vita. Una trasformazione che riguarda anche altre metropoli: da Singapore a Miami, da Tokyo ad Abu Dhabi, le metropoli stanno ripensando il concetto di urbanizzazione. 
La più diffusa consapevolezza sulla salute e l’aspirazione a un benessere concreto fanno emergere un’esigenza chiara: creare spazi che non siano solo confortevoli ma che diventino veri e propri alleati della longevità, una longevità “sana”, nella quale si possa cioè godere di “buona salute” nonostante l’avanzare dell’età, come oggi ammoniscono gli studiosi. 
L’idea di una città progettata per favorire la longevità non rappresenta solo un sogno futuristico ma una realtà che sta prendendo forma grazie alla convergenza tra intelligenza artificiale, biotecnologie e sanità preventiva. 

Dmitry Kaminskiy, esperto del Deep Knowledge Group, descrive all’Adnkronos questi nuovi modelli urbani come ambienti ingegnerizzati per migliorare la salute fisica, mentale e cognitiva degli abitanti. Qui l’AI non è solo uno strumento passivo ma diventa un attore centrale della progettazione urbana: algoritmi avanzati analizzano i flussi di traffico per ridurre inquinamento e rumore, sensori intelligenti monitorano la qualità dell’aria e intervengono in tempo reale per ridurre i rischi respiratori, mentre le abitazioni si trasformano in organismi interattivi che si prendono cura dei loro residenti.

Il concetto di smart home viene rivoluzionato: non più solo automazione e comfort, ma vere e proprie case-medico che monitorano i parametri vitali, analizzano il sonno, suggeriscono piani alimentari personalizzati e intervengono automaticamente in caso di emergenze mediche. “Stiamo entrando in un’era in cui l’ambiente in cui viviamo non si limita a ospitarci ma lavora attivamente per mantenerci in salute”, spiega all’Adnkronos Kaminskiy. Un futuro in cui la prevenzione supera la cura, trasformando gli ospedali da luoghi di trattamento a centri di consulenza per strategie personalizzate di longevità. Kaminskiy prevede che nei prossimi anni i criteri di acquisto cambieranno radicalmente e precisa all’Adnkronos: “Non si tratterà più solo di posizione o prestigio, ma della capacità di un ambiente di migliorare la nostra longevità e qualità di vita”. 

Dunque le città della longevità non sono solo un insieme di edifici smart ma ecosistemi complessi in cui ogni elemento è studiato per favorire una vita lunga e in salute. Kaminskiy prosegue sottolineando il ruolo cruciale del verde urbano: “Le ricerche scientifiche dimostrano che il contatto con la natura migliora la funzione cognitiva, riduce lo stress e rafforza il sistema immunitario. Per questo, nei nuovi progetti, il cemento lascia spazio a foreste verticali, tetti verdi e giardini intelligenti gestiti dall’AI”.
Un altro aspetto fondamentale è la mobilità sostenibile: le strade sono pensate per favorire il movimento attivo, con percorsi pedonali immersi nel verde e riduzione drastica del traffico veicolare. Gli spazi pubblici diventano punti di aggregazione, pensati per promuovere il benessere sociale e combattere l’isolamento, un fattore chiave per l’invecchiamento sano.


 

Irene A. Leone