Edilizia, Ance-Architetti-Legambiente: Renzi apra i cantieri della riqualificazione energetica e antisismica
L'appello nel documento congiunto sulla Rigenerazione delle città e il mercato dell'edilizia, presentato nel convegno "RIUSO 03"
Roma, 25 febbraio 2014 - "Il Governo Renzi apra subito i cantieri della riqualificazione energetica e antisismica". È l'appello di Ance, Consiglio Nazionale Architetti e Legambiente in un documento congiunto sulla Rigenerazione delle città e il mercato dell'edilizia, presentato nel convegno odierno "RIUSO 03" alla Casa dell'Architettura.
Un'alleanza di scopo basata su alcuni punti cruciali: escludere dal patto di stabilità gli interventi di riqualificazione energetica e antisismica del patrimonio edilizio pubblico, finanziati da Regioni ed Enti Locali; istituire un fondo nazionale di garanzia presso la Cassa depositi e prestiti per favorire l'accesso al credito da parte degli Enti Locali, dei proprietari di abitazioni, dei condomini e locali ad uso commerciale che intendano investire nella riqualificazione energetica e antisismica e infine snellire le procedure e introdurre incentivi per consentire di realizzare questi interventi sui condomini, ossia proprio dove vivono 20 milioni di italiani.
Un programma che potrebbe applicarsi anche a Roma e al Lazio: la proposta delle tre associazioni, infatti, "sarebbe adattabile perfettamente alla Capitale e perciò invitiamo la Giunta Zingaretti e il Comune di Roma ad adottarla - afferma il vicepresidente nazionale di Legambiente Edoardo Zanchini - Tutti gli interventi pubblici e privati devono essere di riqualificazione, puntando ai due obiettivi di ridurre drasticamente i consumi energetici delle famiglie e raggiungere gli obiettivi antisismici. Vogliamo infatti vincolare tutti gli interventi a questi due standard: dimezzamento dei consumi energetici (minimo la classe B) e certificazione antisismica che permetta di stare sicuri dentro un edificio". I vantaggi sarebbero duplici per l'attivista: "Così facendo i comuni potrebbero superare il patto di stabilità e ottenere benefici economici, per cui tutti i fondi strutturali dovrebbero essere dirottati qui per le scuole, gli edifici pubblici, ma anche privati che raggiungono questi standard e la semplificazione edilizia. Il problema della semplificazione non è quello delle grandi opere o permettere di fare interventi speculativi, ma quello delle periferie, adeguando gli edifici alle norme antisismiche ed energetiche".
Concorda anche il presidente dell'Ordine degli architetti di Roma Livio Sacchi, che però ricorda: "La Città Eterna non deve smettere di crescere, se lo facesse perderebbe il treno della leadership europea guidato da altre grandi città continentali. Al tempo stesso, tuttavia, c'è il problema dello stop all'uso indiscriminato del suolo: lo sviluppo edilizio non deve toccare aree verdi e agricole ed essere sostenibile". Le città italiane, aggiunge, "devono entrare nella logica della competizione attraverso la rigenerazione urbana sostenibile. E proprio questa può costituire anche un'importante occasione di rilancio della nostra disastrata attività professionale, colpita duramente dalla crisi".