Energia: Ue verso ok a nucleare e gas come fonti green
L’Ue ritiene il gas una risorsa sostenibile, ma solo fino al 2030-2035 in previsione dell’abbandono del carbone, e soltanto se con emissioni inferiori a 270 grammi di CO2

L'Ue va verso l'inserimento degli investimenti in nucleare e gas nella lista delle attività economiche sostenibili, la tassonomia verde. La decisione è attesa a giorni. Lo riporta l’agenzia di stampa Ansa. “È il momento di decidere – ha dichiarato il presidente della commissione Ambiente dell'Europarlamento Pascal Canfin - con il nuovo governo tedesco e prima della presidenza francese dell'Ue". Canfin sottolinea: "Gas fonte di transizione sottoposta a condizioni, come il nucleare, con la possibilità per gli investitori di non considerare entrambe".
Un compromesso proposto da Canfin, "che so che la Commissione sta studiando molto attentamente", come lui stesso ha detto, somiglia molto al documento francese circolato qualche settimana fa. Una centrale a gas sarebbe considerata sostenibile - anche se "in transizione" - dall'Ue se sostituisce un impianto a carbone, solo fino al 2030-35, e con emissioni inferiori a 270 grammi di CO2 per Kilowattora prodotto in media nell'intero ciclo di vita. Il nucleare "ha emissioni vicine allo zero - dice Canfin - ma non si può considerare green di per sé per il rischio ambientale e quello dei rifiuti ma l'attività economica della gestione dei rifiuti potrebbe essere oggetto di un altro atto legislativo nel 2022".
"Queste soluzioni - aggiunge - sono compatibili sia con la posizione della Francia sia con il contratto di coalizione del nuovo governo tedesco".
“Ci siamo sempre resi conto che gas e nucleare avrebbero potuto fermare tutto, ora è arrivato il momento di decidere", spiega ancora Canfin. Il primo atto delegato Ue sulla tassonomia, che aveva stralciato nucleare e gas, era stato bloccato dai Paesi proprio in attesa di vedere come la Commissione avrebbe risolto la questione delle due fonti energetiche. Il provvedimento attende ancora l'ok dei ministri Ue, che hanno però domani all'Ecofin l'ultima occasione per respingerlo. Ipotesi remota. Per l'approvazione basta il silenzio assenso, per l'opposizione ci vorrebbe una doppia maggioranza qualificata (72% dei Paesi membri e 60% popolazione). E al momento il tema non è nell'agenda del Consiglio.