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Briciole di pane

Europa, Cañete: "Politiche di riduzione emissioni funzionano, ma teniamo alte le ambizioni"

Commissario al Clima spiega i prossimi passi dell'Ue: "Il settore dei trasporti deve fare la sua parte"

Bruxelles, 29 gennaio 2015 - La regolamentazione delle emissioni di anidride carbonica dai veicoli europei “è stata un successo”, ma non per questo possiamo “dormire sugli allori”, anche perché per “mantenere la competitiva dell'Unione europea, in futuro, abbiamo bisogno di tenere alte le nostre ambizioni”. Ne è convinto il commissario per l'Azione climatica e l'Energia, Miguel Arias Cañete, che parlando a un convegno a Bruxelles ha spiegato quali sono i passi ulteriori ce l'Ue intende intraprendere dopo che lo scorso ottobre, i leader europei hanno trovato un accordo per i target di emissioni 2030, ovvero una riduzione del 40% rispetto ai livelli del 1990. Per il commissario questo significa che in Europa bisogna “intensificare il ritmo di decarbonizzazione”, riducendo le emissioni e la dipendenza dalle importazioni di gas e petrolio, ma anche che il settore dei trasporti “deve fare la sua parte”. Per questo gli Stati hanno dato all'esecutivo il mandato di esplorare nuove modalità per sviluppare il trasporto elettrico e l'utilizzo delle rinnovabili. “Il nostro obiettivo di lungo termine è una riduzione del 60% entro il 2050”, dichiara Cañete.


Il trasporto su strada è “una fonte significativa” di emissioni nocive, circa un quinto del totale. Allora per il commissario bisogna capire che “il miglior modo per ridurre queste emissioni è quello di aumentare l'efficienza energetica dei nostri veicoli”. Per farlo Bruxelles ha fissato dei limiti alle emissioni di auto nel 2009 e per i van nel 2011 portando diversi benefici. Cañete ha affermato infatti che “gli obiettivi sono stati raggiunti”, sia quello per le auto fissato per il 2015, che quello per i van “fissato per il 2017 e raggiunto già due anni fa”, e ora le emissioni delle auto sono circa il 20% inferiori al 2007. “Se manteniamo questo passo possiamo tranquillamente raggiungere gli obiettivi 2020 di 95 grammi al chilometro di Co2 per le auto e 147 per i van”.
 

Ma non è tutto rose e fiori naturalmente, ci son ancora diversi problemi, e una delle principali “cause di preoccupazione” è che c'è una “crescente differenza tra le misurazioni in laboratorio e quelle in strada”, segno che le tecniche di monitoraggio dei veicoli in produzione vanno migliorate, “un problema che dobbiamo affrontare”.
 

I nostri concorrenti, Stati Uniti e Canada, ha ricordato Cañete, hanno obiettivi ambiziosi per il 2015 e l'India per il 2021. L'Ue secondo il commissario non deve dimostrarsi meno ambiziosa di loro e quindi per quanto riguarda il trasporto serve “un approccio integrato che affronti tutti gli aspetti rilevanti: la regolamentazione delle emissioni, le infrastrutture per i combustibili alternativi, migliori cicli di prova, e-mobility, e altro”.
 

Le sfide principali per Cañete sono “migliorare la competitività dell'industria del settore”, con “standard di efficienza sui carburanti che saranno la chiave per i veicoli del futuro”, e lo sviluppo della mobilità elettrica. “Alcuni pensano che l'aumento d prezzi del petrolio avrà un affetto negativo sul settore, ma io non ci credo”, afferma. Ma bisogna in fretta approvare la direttiva sui nuovi test comunitari perché “la nostra regolamentazione deve essere efficace”.
Infine il commissario ha parlato dei veicoli pesati che sono “responsabili di un quarto delle emissioni del trasporto su strada europeo”, ma queste emissioni “non sono misurate né segnalate”, per questo bisognerà accelerare anche sui due file legislativi, quello per le certificazioni sulle emissioni e quello sulle grandezze massime e forme dei mezzi.
 

Lorenzo Robustelli