Giovannini: leva fiscale su elettrico e coinvolgimento cittadini
I temi principali affrontati dal ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili intervenendo a “La nostra Italia”, il talk di Legambiente sul PNRR

Favorire la mobilità elettrica attraverso la leva fiscale. Il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha spiegato, intervenendo a “La nostra Italia”, il talk di Legambiente sul Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che il progetto “è in discussione”. Lo riportano le principali agenzie di stampa. Come ha dichiarato il ministro infatti: "Nel Pnrr ci sono investimenti fortissimi per favorire il rinnovamento del parco del Tpl, per la multimodalità, per portare l'elettricità alle banchine e ridurre l'inquinamento delle navi in porto. E molti altri progetti. Bisogna attendere qualche settimana ma emergerà un quadro che dà una spinta senza precedenti in questa direzione".
Il ministro ha anche sottolineato che si tratta di "un tema importante legato alla strategia di medio termine dell'Italia" su cui "ci sono anche interessi da parte dell'Ue. Anzi, dovranno esserci delle proposte ad esempio sulla carbon tax alla frontiera ma anche per armonizzare i sistemi fiscali. Il tema è molto complesso e non può essere visto senza la necessità di abbassare la tassazione sui redditi, sia dipendenti che da capitale. Serve un piano complessivo, rapidamente: il nuovo comitato interministeriale per la transizione ecologica dovrà affrontare queste tematiche nei primi tre mesi di attività".
Giovannini ha poi aggiunto che il coinvolgimento delle popolazioni interessate dalla realizzazione di un’infrastruttura "va spostato in una fase più precoce del processo", oppure "la sindrome Nimby bloccherà tantissime iniziative".
"Il dibattito pubblico è non solo uno strumento democratico, ma serve anche per prendere decisioni migliori, non solo per farle accettare alla popolazione. Per questo ho avviato la commissione sul dibatto pubblico predisposta dalla ministra De Micheli, che mi ha preceduto. O riusciamo a coinvolgere i cittadini o la sindrome Nimby (l'acronimo inglese per 'non nel mio cortile', ndr) bloccherà tantissime iniziative", ha spiegato il ministro, concludendo che "un fattore chiave è capire quando realizzare questo dialogo nel processo di un'opera. Secondo le normative attuali è previsto verso la fine, ma va spostato in fase più precoce del processo, così la progettazione può beneficiare del contributo dei cittadini evitando verso la fine di dover tornare alla casella di partenza come in un gioco dell'oca".