I Raee, questi sconosciuti
Da una ricerca Ipsos, riflettori puntati su un deficit informativo

Roma, 8 marzo 2017 – Il nesso tra “logistica” e “rifiuti” è molto stretto e, per così dire, doppio. Da un lato, la logistica intesa come attività industriale di supporto (gestione del movimento e dello stoccaggio delle merci, in modo da renderli efficienti ed economici) ha tra gli obiettivi principali proprio la riduzione dei rifiuti: da cui, per esempio, il discorso sul packaging ecocompatibile, sul riutilizzo degli imballaggi, eccetera. D’altro canto, l’esistenza dei rifiuti è, di per se stessa, un enorme problema logistico: tocca da vicino la logistica nel senso “alto” di “sistema dei trasporti e dei flussi in rapporto all’assetto di un territorio”.
Ma il problema dei rifiuti, in questa seconda accezione, dipende (soprattutto) dal sedimentarsi di atteggiamenti individuali e collettivi: è, quindi, un problema (anche) culturale.
Chiarissima, in proposito, la ricerca condotta da Ipsos Italia per Ecodom e Cittadinanzattiva sui comportamenti degli italiani nella gestione dei RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche). Tale ricerca, presentata il 21 febbraio scorso, ha messo in luce che meno di un intervistato su quattro (18%) riconosce correttamente i RAEE; due su cinque (40%) ne hanno solo un’idea approssimativa, mentre la maggioranza relativa (42%) non li conosce affatto.
In materia, va detto, sono in vigore significative disposizioni di legge, dal grande impatto “logistico”. Il decreto “uno contro uno” da giugno 2010 obbliga i venditori di prodotti elettrici ed elettronici al ritiro gratuito dell’apparecchiatura dismessa a fronte dell’acquisto di un nuovo prodotto equivalente; il decreto “uno contro zero” da aprile 2016 prevede la consegna gratuita dei RAEE di piccole dimensioni presso i punti vendita con superfici superiori a 400 mq, senza alcun obbligo di acquisto.
Ebbene: il decreto “uno contro uno” è ancora sconosciuto al 44% degli intervistati; e molto peggio vanno le cose con il decreto “uno contro zero”, noto solo al 18% degli italiani.
“Finalmente una ricerca che ci consente di parlare del tema sulla base di dati concreti e non di affermazioni apodittiche – ha dichiarato Davide Rossi, direttore generale Aires-Confcommercio –; quello che si dovrebbe fare è evidente: campagne educative nazionali promosse a livello ministeriale e intensa attività sul territorio da parte dei Comuni”.
Secondo Nando Pagnoncelli, presidente Ipsos Italia, “La ricerca evidenzia certamente un gap informativo da colmare nel settore della raccolta dei RAEE. Lo attesta la maggiore diffusione di comportamenti di conferimento virtuosi tra coloro che conoscono questa tipologia di rifiuti e i decreti che ne regolano la gestione, a differenza di coloro che non li conoscono, che rappresentano i principali responsabili delle cattive abitudini ancora diffuse”.
Un problema culturale, appunto.