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Il dizionario della sostenibilità

La parola del giorno: ambiente

Numerose sono le accezioni che la parola ambiente assume nel linguaggio quotidiano. Come riportato dal sito della Treccani l’ambiente costituisce “un sistema complesso di fattori fisici, chimici e biologici, di elementi viventi e non viventi e di relazioni in cui sono immersi tutti gli organismi che abitano il Pianeta”. 

L’enciclopedia sottolinea che “l’ambiente presenta caratteristiche molto diverse a seconda delle condizioni geografiche naturali. In alcune aree le caratteristiche fondamentali sono state trasformate dall'intervento dell'uomo, che ha sfruttato le risorse naturali per costruire le proprie civiltà. Negli ultimi due secoli, soprattutto dopo la Rivoluzione industriale, - prosegue - l'intensità con cui sono state utilizzate le risorse naturali ha creato problemi nuovi, conosciuti con il termine di inquinamento. Sorge così per l'uomo la necessità di cambiare il modo di usare le risorse naturali”.

La parola ambiente ha diversi significati tanto che in genere viene associata a un aggettivo per essere definita con più precisione. Pertanto l’ambiente – ci spiega ancora la Treccani – può essere “naturale, sociale, culturale, urbano, virtuale, materiale” e può diventare “sinonimo di spazio, di territorio, di luogo, di ecosistema”.

Eppure, il significato che più caratterizza queste otto lettere è legato a ciò che ci circonda, alla sua diversità, alla sua protezione. L’ambiente, dal punto di vista biologico, è quindi l’insieme delle risorse e dei fenomeni naturali, o meglio è “un insieme di condizioni e fattori tra loro collegati, che sono normalmente in equilibrio; quando l'equilibrio si altera, si mettono in moto reazioni che, lentamente, provano a costruire un nuovo equilibrio. Questo è vero, però, solo se le alterazioni non superano un certo limite, oltre il quale quell'ambiente non sarà più in grado di tornare al suo equilibrio naturale”. 

Per preservare l’ambiente, numerosi sono i protocolli e le normative che impegnano la gran parte degli Stati a osservare regole che lo tutelino. Con l’adozione della Convezione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici nel 1992 e il successivo e più noto Protocollo di Kyoto del 1997, si diede avvio a una serie di accordi internazionali che si sono succeduti con più o meno consenso, fino a giungere all’Accordo di Parigi siglato nel 2015, entrato in vigore nel 2016, che ha visto la sua ratifica da parte di 55 paesi che rappresentano circa il 55% delle emissioni globali di gas serra.  

Questo accordo è stato giudicato storico in quanto è stato il primo di carattere vincolante e di portata globale, con l’impegno dei singoli di Stati a proseguire con propri programmi pluriennali nella tutela e nella salvaguardia dell’ambiente a favore delle generazioni future.

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