Il Dizionario della Sostenibilità
La parola del giorno: mobilità dolce

Per mobilità dolce o sostenibile si intende quella modalità di trasporto che punta a preservare l’ambiente attraverso un maggiore utilizzo dei mezzi pubblici o green, come le bicilette, per spostarsi all’interno dei centri urbani o tra comuni limitrofi.
La mobilità sostenibile, come riportato nell’enciclopedia Treccani si prefigge di “garantire che i nostri sistemi di trasporto corrispondano ai bisogni economici, sociali e ambientali della società, minimizzandone contemporaneamente le ripercussioni negative. In Italia, tale obiettivo è stato fatto proprio dal Piano generale della mobilità del ministero dei Trasporti e delle infrastrutture (2007), che si prefigge di realizzare una mobilità efficace in termini di qualità e di quantità dei servizi offerti; efficiente nel consumo delle risorse finanziarie, energetiche e ambientali; sicura sia per gli utenti sia per gli addetti del settore; sostenibile in termini ambientali, sociali, economici e di partecipazione dei cittadini”.
Questo argomento, special modo ai tempi del Covid, è tornato a essere di particolare interesse per i Governi membri dell’UE che stanno accelerando rispetto a una transizione green rispetto alla sostenibilità dei trasporti, attraverso un calendario che scandisca questo passaggio.
Tutte le tipologie di trasporto devono diventare più sostenibili, è l’input principale, con alternative verdi ampiamente disponibili e i con giusti incentivi a disposizione.
Entro il 2030, stando a quanto riportato sui siti istituzionali della Commissione, almeno 30 milioni di automobili a emissioni zero circoleranno sulle strade europee, 100 città europee saranno a impatto climatico zero, quindi con forte vocazione ciclistica, il traffico ferroviario ad alta velocità raddoppierà in tutta Europa, la mobilità automatizzata sarà diffusa su larga scala e saranno pronte per il mercato navi a zero emissioni.
E ancora, secondo l’UE, entro il 2050 quasi tutte le automobili, i furgoni, gli autobus e i veicoli pesanti nuovi saranno a zero emissioni, il traffico merci su rotaia raddoppierà, una rete trans europea di trasporto multimodale (TEN-T) sarà pienamente operativa per trasporti sostenibili e intelligenti con connettività ad alta velocità.
Tuttavia, al netto dell’evoluzione del trasporto “tradizionale”, parecchia considerazione è stata riservata alla mobilità totally green, ossia quella attraverso le bicilette.
Se tra gli intenti della Commissione europea troviamo quello di raddoppiare le infrastrutture ciclabili e di aumentare le politiche a sostegno finanziario per la mobilità sostenibile, mediante accordi con città e regioni che offriranno più trasporti pubblici puliti e 5000 km di piste ciclabili, per quanto riguarda le iniziative nazionali, il Ministro delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, ha annunciato che, entro la fine dell’anno, sarà varato il Piano Nazionale della Mobilità Ciclistica, ricordando che il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) prevede 600 milioni di euro per ciclovie nazionali e piste ciclabili e che altri 400 milioni saranno stanziati dalla legge di bilancio.
Attraverso il Piano saranno definiti obiettivi annuali di sviluppo della mobilità ciclistica, l’individuazione delle ciclovie di interesse nazionale che costituiscono la Rete ciclabile nazionale, l’indicazione degli interventi da realizzare.
Dunque, dopo anni di programmazione anche sulla mobilità dolce e sostenibile sembra si cominci ad operare concretamente, considerato che la pratica d’utilizzo della bicicletta, quale mezzo di trasporto urbano, sta aumentando, in Italia come nell’Unione Europea. Senza dimenticare che l’uso della bicicletta ha un impatto trasversale che influenza molti settori come l’economia, la mobilità, l’ambiente e il turismo.
Anche Anas, negli ultimi anni, ha prestato particolare attenzione alla mobilità green, realizzando in più occasioni delle piste ciclabili unitamente alle opere viarie, curandone la manutenzione e arricchendole di cartellonistica illustrativa nei luoghi a particolare vocazione turistica, con il fine di contribuire all’utilizzo di mezzi di trasporto alternativi, in sicurezza e con la giusta attenzione all’armonia con il territorio.
Tra gli interventi maggiormente di rilievo su questo tema, in Lombardia è stata realizzata la pista ciclopedonale tra Lecco Caviate e Pradello, il cui tracciato fiancheggia la statale 36 “del Lago di Como e dello Spluga”; la pista ciclabile di Albinia, a Orbetello, che fa parte dell’intervento di realizzazione della variante alla strada regionale 74 “Maremmana”.
Sulla strada statale 16 “Adriatica”, invece, troviamo un itinerario ciclabile di circa 20 chilometri, con una pavimentazione rossa e permeabile, nel tratto da Maglie a Otranto. Lavori di realizzazione di una pista ciclabile, poi, sono stati realizzati anche lungo la strada statale 51 “di Alemagna”, in provincia di Treviso.
Infine, alcuni mesi fa, è terminato il progetto di fattibilità per l'ampliamento del GRA attraverso il prolungamento delle complanari e di alcuni svincoli che prevede, oltre lo sviluppo di itinerari di trasporto pubblico, la realizzazione di alcune piste ciclabili.
https://www.treccani.it/enciclopedia/mobilita-sostenibile_%28Lessico-del-XXI-Secolo%29/
https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/ip_20_2329